Si chiama "legge dell’inversione”. Quando si cerca di fare qualcosa, accade il contrario. Per esempio, se si prova a rimanere a galla, si affonda. E quando ci si vuole immergere, invece, si galleggia. Secondo Alan W. Watts capita la stessa cosa anche quando si va alla ricerca della sicurezza, soprattutto oggi che viviamo in un’epoca di forte incertezza.
Siamo stati abituati a credere che il valore della nostra esistenza risiede nella possibilità che ci sia qualcos’altro dopo: una vita nell’aldilà priva di sofferenze. Religioni come il cristianesimo hanno giocato un ruolo fondamentale in questo. Era rassicurante sapere che qualsiasi dolore legato alla nostra esistenza attuale sarebbe stato solo momentaneo perché un ordine superiore aveva in serbo per noi la felicità eterna. Credere nella religione e nelle norme sociali aveva finora permesso a chiunque di dare senso alla propria vita. Ma se la nostra felicità dipende solo da qualcosa di esterno, afferrarla davvero è solo un’illusione momentanea.
Oggi viviamo in un periodo storico che non è più insicuro di altre epoche, anzi. Il problema è che quel sistema di credenze che rendeva sostenibile l’insostenibile insicurezza della vita umana si sta lentamente sgretolando sotto i nostri occhi. Ed è per questo che le persone si sentono sempre più ansiose e sempre meno soddisfatte. Nell'ultimo secolo l'autorità della religione ha lasciato il posto a quella della scienza, creando dubbi e scetticismo nei confronti di tutte quelle cose che fino a quel momento erano date per certe e immutabili. La scienza permette alla mente di capire la logica del mondo e può anche fornire nel tempo alcuni strumenti utili per migliorare la vita delle persone. Ma la morte prima o poi arriva per tutti e la scienza non può far nulla per questo, tantomeno consolare l’anima dandole una speranza.