Nell'ottobre del 1775 la Guerra d’Indipendenza Americana era appena iniziata. Le tredici colonie britanniche in Nordamerica avevano cominciato la loro rivolta contro la Gran Bretagna per ottenere la libertà dal suo dominio oppressivo. I ribelli americani spararono contro i soldati britannici a Lexington e Concord, e il re Giorgio III d'Inghilterra – allora poco più che trentenne – propose al Parlamento di inviare migliaia di truppe supplementari in America per sedare la rivolta, compresi mercenari tedeschi noti come Assiani. Re Giorgio sosteneva che George Washington, il generale che guidava i ribelli, voleva costruire un impero indipendente e separare l'America dall'Inghilterra.
Il Parlamento si trovò diviso fra membri favorevoli a inviare truppe oltreoceano per dimostrare la forza della potenza coloniale, e membri che invitavano alla cautela per scongiurare il rischio di una lunga guerra. Alla fine, però, fu approvato il piano di re Giorgio e vennero inviate più truppe in America per combattere i ribelli, aprendo la strada a un conflitto lungo e sanguinoso.
L’esercito britannico – diversamente da quello americano – si caratterizzava per rigide strutture di classe e gerarchie sociali che rispecchiavano la società britannica, in cui alla classe operaia venivano date poche opportunità di salire al di sopra della propria posizione. I generali britannici erano spesso nominati per il loro rango sociale aristocratico piuttosto che per il loro talento come comandanti. Molti dei comandanti chiave britannici, come il generale William Howe, non erano brillanti strateghi. E se l'esercito britannico era più organizzato e disciplinato della controparte americana, la struttura militare britannica aveva lo svantaggio di essere troppo rigida e inflessibile per dimostrarsi davvero efficace.