Se non ti conoscono, la prima domanda che ti pongono, dopo averti chiesto come ti chiami, è “di cosa ti occupi?” La società ha determinato che il nostro lavoro gioca una parte importante nel definire chi siamo. Infatti un terzo della nostra vita lo passiamo lavorando ma per molti di noi il lavoro rappresenta qualcosa che va al di là del mero guadagno economico.
Il lavoro offre l’opportunità di interazioni sociali, soddisfazioni ed è una occasione per mettersi alla prova, imparare. Simon Sinek dice “prendere un lavoro non ha a che fare solo con il salario ma con la gioia che provi nel farlo”. I lavoratori sono ora i nuovi consumatori e il lavoro oggi è il prodotto, la merce di scambio. Soprattutto i giovani preferiscono essere pagati di meno ma avere la possibilità di crescere, imparare, sentirsi parte di qualcosa. Vogliono muoversi, non accettano di buon grado di lavorare solo ed esclusivamente per una sola ed unica azienda: secondo Forbes, se un lavoratore rimane nella stessa azienda per più di 2 anni, di media guadagnerà il 50% in meno della sua capacità professionale.Uno studio di Deloitte del 2017 (Global Human Capital Trends report) rivela che il 79% dei lavoratori nel mondo crede che l’esperienza quotidiana del lavoro debba dare qualcosa che sia altro rispetto ai soldi.Deve farti sentire parte di qualcosa. Le modalità con cui i lavoratori vengono trattati, varia da paese in paese. Alcuni come la Grecia e l’Estonia, ad esempio, regolamentano con norme dettagliate la protezione del weekend e il riposo del lavoratore, altri come la Turchia garantiscono un salario minimo molto alto.Vediamo in dettaglio alcune particolarità che i paesi del mondo stanno sperimentando.