Quasi a tutti è successo di sentirsi bloccati a un certo punto della propria vita. Può essere stato per una crisi di mezza età, per il blocco delle scrittore, per essere intrappolati in un lavoro che non si ama o per un amore finito. Il primo passo per sbloccarsi è accettare che le barriere sono universali. Alcune persone sono rimaste bloccate per giorni, altre per decenni, sentendosi sole e isolate. Raramente si raccontano storie del genere perché i media preferiscono parlare di storie di successo. Di tanto in tanto una star sfata il mito secondo cui chi ha successo abbia una vita più facile. L’attrice Brie Larson per esempio è l’incarnazione del successo: ha vinto numerosi premi e ottenuto fama, soldi e il plauso della critica. Nonostante ciò racconta di aver sbattuto contro un muro per il 99% delle volte in cui ci ha provato. Rimanere bloccati non è un argomento di cui né gli attori celebri né le persone comuni discutono abitualmente, tutti perché siamo abituati a prestare molta più attenzione a ciò che ci va male piuttosto che a ciò che funziona e crediamo che le nostre lotte siano più difficili di quelle degli altri. Lo studioso accademico Clark Hull ha dimostrato come le persone sembrino rallentare o fermarsi quando sono a metà di un compito e accelerare quando pensano invece di stare avvicinandosi al raggiungimento di un obiettivo. È probabile ritrovarsi bloccati nel mezzo. Quando sono bloccate a metà strada le persone sono anche più propense a comportarsi in modo poco etico o a compromettere la propria morale pur di fare un passo in avanti. Il modo migliore per evitare pause nel mezzo è accorciare il centro. È importante monitorare l’avanzamento verso i propri obiettivi suddividendoli in piccoli blocchi che restringono il punto medio. Si deve inoltre tenere presente che anche la migliore strategia va rivista di volta in volta. Per esempio mantenere sempre la stessa dieta, la stessa routine di esercizi fisici o lo stesso metodo di apprendimento delle lingue perde progressivamente il proprio potere se non viene aggiornato. Se non si ha un traguardo ben preciso da raggiungere si è molto meno sopraffatti dalla necessità di dover raggiungere un risultato, perché non si sa quanto manca alla meta. Invece di concentrarsi sul quadro generale bisogna concentrarsi sul presente. Se si considera di volta in volta ogni passaggio, minuto o unità di lavoro come un mini-obiettivo, l’assenza di un punto finale diventa irrilevante. Essere consapevoli di tutto il contesto è fondamentale per il perseguimento dei propri obiettivi, perché significa essere profondamente radicati nel momento presente e prestare attenzione al compito che si sta svolgendo.