La disinformazione è un’informazione intenzionalmente falsa, usata per manipolare le persone, generare profitto o portare avanti una determinata agenda politica. Come spiega il politologo Thomas Rid, l’obiettivo della disinformazione è alimentare le tensioni e le contraddizioni esistenti all’interno degli avversari, facendo leva su fatti, falsità e mescolandole insieme così da creare confusione e disorientare i cittadini. Oltre a questa, c’è poi un secondo tipo di disinformazione: quella inconsapevole. Questo accade quando le persone non si rendono conto che una notizia è falsa e la distribuiscono convinti che sia vera.
Nella storia dell’umanità le false notizie non sono certo una novità. Ma quello che sta accadendo oggi negli Stati Uniti è un po’ più preoccupante. A un crescente numero di americani, infatti, non sembra più interessare se un'affermazione sia vera o falsa. Quello che conta, per loro, è se quel messaggio rispecchia la loro visione del mondo. In questo caso, anche se si tratta di una menzogna, lo sostengono e fingono che sia tutto vero. Un esempio evidente di questa parte dell’America sono i sostenitori di Donald Trump. E l’assalto a Capitol Hill del gennaio 2021 ha mostrato chiaramente quanto possa essere pericolosa la disinformazione.
La disinformazione, però, non danneggia solo chi ci crede. Il rischio, per gli altri, è di diventare cinici nei confronti della politica. Stanchi delle continue discussioni e aggressioni, molti cittadini smettono di partecipare alla vita politica, rinunciando al proprio potere civico e consegnandolo nelle mani di chi manipola le informazioni. “Che sarà mai?”, penserai… E invece le conseguenze possono essere davvero pericolose. In questo modo, infatti, la democrazia si indebolisce, così come la sicurezza nazionale, e lo Stato di diritto viene messo sotto attacco. Un attacco che è ancora più pericoloso perché non c’è un nemico esterno contro cui combattere. La minaccia alla democrazia, infatti, arriva dall’interno. Questo è proprio quello che sta accadendo oggi negli Stati Uniti di Donald Trump. Ma nessuna democrazia ne è immune, e il rischio di scivolare verso un regime autoritario non è più un’ipotesi così remota. Vediamo perché.