L’opinione generale delle persone è che le azioni siano un investimento piuttosto rischioso e volatile, ma dall’altro lato è anche vero che sul lungo periodo esse performano significativamente meglio rispetto alle obbligazioni. Questo è uno dei primi capisaldi che l’autore intende comunicarci nel suo libro. Per capire come mai molti investitori ritengono che le obbligazioni siano meno rischiose, però, è utile spiegare brevemente come funzionano.
Comprare un’obbligazione è un po’ come concedere un prestito all’emittente, che di solito corrisponde a una società, un ente o uno Stato. Queste entità, infatti, emettono obbligazioni per raccogliere capitali. In cambio, corrispondono poi degli interessi agli investitori per remunerare il prestito ricevuto. L’ammontare di questi interessi di solito dipende da un tasso chiamato tasso cedolare, e da un periodo di tempo specificato. Se ad esempio tu comprassi 10.000 € di obbligazioni annuali remunerate al 5%, alla fine dell’anno ti verrebbero versati 10.500 €. Spiegate e semplificate in questo modo, le obbligazioni appaiono come un investimento molto attraente, a basso rischio e senza stress. Ma in realtà i loro rendimenti reali sono altamente vulnerabili sia all’inflazione che alle variazioni dei tassi di interesse.
Quando l’inflazione sale, cosa che negli ultimi decenni è molto frequente, aumentano i prezzi in tutta l’economia. In soldoni, ciò che l’anno scorso costava magari 40 €, l’anno successivo potrebbe costarne 50. Questa dinamica comporta però dei problemi per tutti gli investimenti a tasso fisso come le obbligazioni. Perché i pagamenti delle cedole obbligazionarie manterranno lo stesso tasso di interesse per tutta la durata dell’obbligazione, ma se i prezzi aumentano in questo intervallo di tempo, il potere d’acquisto reale di quelle somme di denaro diminuirà.
Tornando all’esempio di prima, se anche l’inflazione è al 5% annuo al pari del tasso di remunerazione delle obbligazioni, comprando 10.000€ di obbligazioni e ricevendone 10.500 a fine anno, non avrò realmente guadagnato i 500 euro di differenza. Perché anche i prezzi contemporaneamente sono aumentati del 5% e un’auto che prima costava 10.000€, a fine anno ne costerà 10.500. E per di più, come abbiamo visto a seguito del covid o della successiva guerra in Ucraina, a volte le ondate inflattive sono ben superiori al 5%.