In questo libro il neuroscienziato Anil Seth cerca di dare una definizione di cos’è la coscienza da un punto di vista scientifico. La premessa è che non c’è al momento una teoria che riesca a spiegarlo. Ci sono però diverse ipotesi, non sempre di facile comprensione per i non addetti ai lavori, tra cui quella dello stesso Seth. La coscienza, secondo Anil Seth, non è un mistero a cui si deve trovare una soluzione ma è legata al fatto stesso di essere in vita e all’esperienza soggettiva che questo comporta. Usando un termine un po’ complesso ma più completo, la coscienza vista da questo punto di vista è legata alla fenomenologia che ogni organismo ha di se stesso.
Per molto tempo la coscienza è stata confusa con l'intelligenza, il linguaggio o altre caratteristiche proprie degli esseri umani. Chi non rispettava questi canoni, per esempio gli animali, automaticamente non aveva una coscienza. Nel 1974 il filosofo Thomas Nagel pubblicò un articolo dal titolo "Com'è essere un pipistrello?” in cui sosteneva che per ogni organismo cosciente essere vivi significa provare qualcosa. Questo articolo, diventato poi un caposaldo della filosofia della mente, enfatizzava proprio la fenomenologia dell’esperienza cosciente. Può sembrare qualcosa di scontato, oggi, ma all’epoca fu rivoluzionario.
Per secoli scienza e filosofia hanno cercato di capire qual è la relazione tra coscienza e mondo fisico. Il cosiddetto Hard Problem (o Problema Difficile), espressione coniata dal filosofo David Chalmers all’inizio degli anni Novanta, consiste proprio nella difficoltà non ancora risolta di spiegare la relazione tra fenomeni fisici – per esempio i processi cerebrali – e la coscienza. Molto probabilmente le radici del problema risalgono ancora prima dell’antica Grecia ma emergono in modo prorompente nel XVII secolo quando il filosofo francese René Descartes divide la realtà in due parti distinte: res cogitans – cioè il pensiero o la coscienza – e res extensa – cioè la materia. Questa distinzione ha dato vita alla filosofia del dualismo e ha reso la discussione su cosa sia la coscienza ancora più caotica e complessa.
Ci sono diverse filosofie che tentano di inquadrare la coscienza. Come molti altri neuroscienziati, Anil Seth predilige il fisicalismo, noto anche come materialismo. Alla base di questa teoria c’è l’idea che tutto ciò che esiste sia fatto di materia fisica e che gli stati di coscienza derivino proprio da questa.