Partiamo dalla fine: il fondatore ed ex Amministratore Delegato di WeWork, Adam Neumann, è diventato un volto noto nel panorama imprenditoriale mondiale per aver trasformato un’attività di co-working nella start-up privata più grande di tutti gli Stati Uniti, fino a raggiungere l’incredibile valore di 47 miliardi di dollari.
Questo per un certo periodo, perché poi, quando è arrivato il momento di continuare a crescere quotandosi in borsa, WeWork ha presentato i documenti per diventare pubblica e gli analisti hanno scoperto che l'azienda stava in realtà perdendo miliardi, mentre al contrario Neumann continuava ad arricchirsi.
Egli non è il primo fondatore di una start-up a fare soldi sostenendo di fare del bene per le masse. Ciò che distingue Neumann dagli altri, però, sono la scorrettezza e le menzogne con cui ha sfruttato investitori, dipendenti e clienti a proprio vantaggio, probabilmente consapevole di ciò che stava facendo.
Ora che abbiamo inquadrato il tema ritorniamo al principio, per ripercorre gli eventi, la storia e capire come tutto questo sia stato possibile, tratteggiando lungo la via la personalità del protagonista di questa incredibile vicenda di ascesa e disastro.
Adam Neumann nacque nel 1979 a Beersheba, in Israele, da genitori medici. La famiglia si spostò inizialmente per qualche anno in alcuni villaggi di poco conto, per poi trasferirsi nella periferia di Tel Aviv, dove Neumann iniziò ad andare a scuola.
Quando era in seconda elementare, sua nonna si rese conto che il bambino non sapeva leggere il menu al ristorante: era dislessico, ma nessun altro se n’era mai accorto. Già a quell’età era diventato abile nell'ingannare i suoi insegnanti e nel convincere gli altri a fare ciò di cui aveva bisogno.
Dopo che i suoi genitori divorziarono, quando lui aveva 9 anni, sua madre si trasferì con lui e sua sorella a Indianapolis, negli Stati Uniti, dove vissero per un po’ non senza difficoltà.
Successivamente tornarono in Israele, dove vissero per qualche tempo in un kibbutz, ossia una forma associativa volontaria di lavoratori basata su regole egualitarie e sul concetto di proprietà collettiva.
Adam arrivò poi a prestare servizio nella marina israeliana, quindi gli si presentò una nuova occasione e si trasferì a New York, iscrivendosi al college.
Lo spirito imprenditoriale del ragazzo non tardò a sorgere e farsi largo, attraverso il tentativo di avviare una serie di attività innovative ad alto rischio ma ad alto potenziale, come la produzione di tacchi alti pieghevoli e la vendita di vestiti per bambini con ginocchiere.
Queste prime esperienze non ebbero successo ma lo introdussero al mondo degli investimenti, delle start-up e del capitale, e questo gli permise di essere preparato ad affrontarne le sfide quando arrivò l’idea di WeWork.
Peccato che utilizzò le competenze e le qualità acquisite per il suo tornaconto, o comunque in maniera quantomeno dubbia, anziché per cercare di costruire un’azienda al suo meglio.