Dietro a un rapporto fra due persone c’è un mondo. Non si comunica solo con le parole. Un sorriso, per esempio, trasmette serenità. Una bocca serrata, stretta, trasmette invece frustrazione e tensione. Queste espressioni facciali, insieme a tantissime altre, danno un messaggio molto preciso all’altra persona. Anche gli occhi parlano, come ben sappiamo. Questo aspetto, nei bambini molto piccoli, è fondamentale, Guardarsi dritto negli occhi crea un legame molto stretto e vitale per loro, che apprendono molte informazioni dal modo e dall’intensità con cui il genitore li guarda. Il contatto visivo fra madre e figlio, in particolare, è fondamentale nella crescita di quest’ultimo: lo sguardo presente della mamma lo fa sentire protetto, amato e sicuro.
Ma attenzione: non bisogna esagerare. Occorre imparare anche a interrompere questo tipo di comunicazione non verbale. Quando questo succede e la madre non stabilisce nessun contatto per un po’ , il bambino si sente frustrato. Il suo punto di riferimento non lo guarda per un periodo e lui si sente perso, disorientato. Ma è una condizione in realtà positiva perché piano piano il piccolo si abitua a gestire lo stress e a essere un po’ più indipendente.
Nel libro si racconta la storia di Jeremy, un bimbo nato con un enorme neo sul viso. Sua madre Angela ha da subito deciso di non fargli pesare questa sua caratteristica e ha sempre cercato di proteggerlo dagli sguardi straniti degli altri. Lo teneva costantemente sott’occhio, rassicurandolo sul suo aspetto e rimediando a potenziali esperienze sgradevoli. Lo ha accudito in maniera continua, tentando di allontanare sentimenti negativi del bambino in merito alla sua condizione. Il contatto visivo della madre nei confronti del figlio, fin dalla nascita, era assiduo, quasi ininterrotto. Ma la cosa ha creato altri problemi perché di fatto Jeremy non ha imparato a gestire la frustrazione. Se le cose non andavano come diceva lui si metteva a piangere e stava malissimo. È diventato irascibile e capriccioso. Questo perché il contatto visivo con la madre non è stato interrotto abbastanza; Jeremy non ha imparato a gestire le sue emozioni negative da solo. Non ha appreso a reagire in maniera autonoma agli sguardi giudicanti degli altri sul suo neo. Le sue difficoltà comportamentali hanno quindi portato i genitori a rivolgersi a uno specialista.
La storia di Jeremy fa capire quanto sia forte l’impatto del linguaggio non verbale tra due persone, in particolare fra madre e figlio.