Nel 2008 Susie deVille è a terra. I mercati finanziari stanno crollando e lei non ha più niente: non ha più un’attività, non ha più soldi, il suo matrimonio sta andando a rotoli. Si trova con quasi nulla tra le mani. Ha ben duecentocinquantamila dollari di debiti e la sua casa è stata pignorata. Sul fronte salute non va meglio: è ingrassata molto nel giro di pochissimo tempo. Tuttavia prova a reagire; si mette a cercare clienti e lavora giorno e notte per mettere in atto strategie che legge sui libri dedicati all’imprenditoria e al marketing. Ma niente sembra funzionare. E proprio dal punto che riguarda i libri parte la riflessione di deVille. La maggior parte delle guide, infatti, ci dice che esiste una formula precisa, una chiave di volta che ci permetterà di risollevarci economicamente. Dobbiamo solo lavorare, lavorare, lavorare. Dormiremo quando saremo morti. Questo è un po’ lo spirito.
Ovviamente c’è una parte di verità in questa visione; l’impegno, la disciplina e la costanza sono degli elementi irrinunciabili in questi casi. Non si può pensare di raggiungere un obiettivo senza rimboccarsi le maniche. Ma c’è anche altro. Molto altro. La cosa fondamentale è guardare dentro sé stessi. Per avere energie da dedicare ai nostri progetti dobbiamo prima imparare a coltivarla questa energia. Occorre guardarsi dentro per capire come funzioniamo e cosa possiamo dare. Uno sguardo al proprio mondo interiore permette di valorizzare la propria creatività e farla crescere. Non esiste crescita all’esterno, anche e soprattutto a livello economico, se non c’è crescita all’interno. Tutti abbiamo una creatività e tutti possiamo individuarla e farla crescere così da farla diventare un prezioso alleato. Basta solo crederci.