La ricerca degli autori parte dall’analisi di alcune centinaia dei più rappresentativi CEO degli ultimi 15 anni, filtrando il loro operato secondo condotta etica, impatto sociale, pianificazione del futuro, benessere degli impiegati e ritorno agli azionisti. Il risultato è l’identificazione di sei categorie di responsabilità che contribuiscono a definire la figura di successo: impostare la direzione aziendale, regolare l’organizzazione interna, mobilitare attraverso la leadership, relazionarsi con il consiglio di amministrazione, essere in contatto con gli stakeholders (ovvero tutte le parti interessate) e gestire la propria efficienza.
Questa prospettiva mette in discussione l’aura mitica che notoriamente tendiamo ad assegnare a queste figure, rappresentate a livello mediatico da carisma eroico e doti uniche. Certamente si tratta di un ruolo dalle grandi responsabilità, forse come nessun altro. Il CEO deve trovare soluzioni a qualsiasi tipo di problema irrisolto ed è difficile tradurre questa esperienza a chi non l’ha mai provato sulla propria pelle. Allo stesso tempo, però, la conclusione dell’analisi dona speranza a chi abbia intenzione di intraprendere questo percorso professionale, a chi abbia questo tipo di ambizioni. I migliori CEO non sono perfetti e non sono tanto meno i migliori in tutti i sei campi citati poc’anzi. Sono semplicemente dei professionisti che riescono a tenere in equilibrio il tutto, da dietro le quinte. Sono figure che collegano, che uniscono, e analizzare il loro operato richiede lo stesso approccio olistico. Ognuno dei sei campi si divide infatti a sua volta in diversi compiti e molti di questi sono trasversali, per esempio sia nel rapporto con il consiglio di amministrazione che con i manager dell’azienda serve una buona comunicazione. Vediamo quindi nel dettaglio ognuna di queste responsabilità.