Le domande a cui il libro cerca di rispondere sono prima di tutto etiche e metafisiche: perché siamo qui? Come dovremmo vivere la nostra vita? Come possiamo assicurarci che ciò che facciamo è giusto? Come possiamo proteggerci dalle difficoltà quotidiane della vita? Come dovremmo comportarci con dolore e avversità? Come possiamo convivere con la consapevolezza che un giorno non esisteremo più? Secondo lo stoicismo, il mondo è organizzato in modo razionale e coerente, ed è controllato da una forza onnipotente: il logos. Esso opera sia negli individui che nell’universo: nei primi si presenta come la facoltà della ragione, mentre a livello cosmico è il principio razionale che governa l’organizzazione dell’universo stesso. Anche se esse sono state già anticipate dal logos nel suo piano originario, gli esseri umani possono comunque esercitare una responsabilità nei confronti delle loro scelte e delle loro azioni. La cosa importante non sono le cose o gli eventi, bensì il modo in cui noi li interpretiamo: secondo lo Stoicismo, il nostro compito è quindi quello di esercitare un severo controllo sulla nostra facoltà di percezione, con l’obiettivo di proteggere la nostra mente dall’errore.
Nella prima parte del libro, l’autore prende appunti su ciò che ammira e che ha imparato dai propri parenti e maestri nel corso della sua vita. Ad esempio, ha apprezzato del nonno l’autocontrollo, del padre l’integrità, della madre la generosità e l’inabilità non solo di fare del male, ma anche di poter solo pensare di farlo. Dagli altri familiari, dai suoi maestri e da altri filosofi impara molto di ciò che lo guida nel corso della vita: fare il proprio lavoro senza lamentarsi o pensare agli altri; essere libero dalle passioni e dagli impulsi ma sempre pieno di amore; amare la famiglia, la verità e la giustizia; riconoscere come il potere possa portare a malignità e ipocrisia; comportarsi in modo conciliatorio con chi ci ha irritato, e accettare un favore da un amico senza perdere il rispetto di sé ma neanche senza apparire ingrati; non farsi prendere dalle distrazioni e non dedicare tempo ai diffamatori; condurre una vita caratterizzata da ottimismo, dignità, grazia. La persona che più sembra avere un’influenza sulla sua vita è il padre adottivo; di lui ama innanzitutto la capacità di persistere e di lavorare duramente, nonché di restare fedele alle proprie decisioni una volta che sono state prese. Del padre dice che era costante nelle amicizie, che sapeva capire quando spingere e quando ritirarsi in determinate situazioni, che sapeva sentirsi a proprio agio con gli altri e mettere gli altri a proprio agio. Di lui, inoltre, apprezza come sapesse gestire gli agi materiali che la fortuna gli ha donato, senza arroganza ma neanche senza vergogna; e come sapesse approcciare ogni evento della vita con logica, considerazione, calma, disciplina e risolutezza.