Già nel 1875 una commissione di inchiesta parlamentare aveva indagato sul fenomeno mafioso arrivando a concludere che, pur priva di uno statuto formale e di ritrovi istituzionali, la mafia era pervasiva e si infiltrava nelle attività criminali siciliane rendendole del tutto atipiche rispetto alla norma del crimine ordinario. Lo Stato italiano, al tempo, era giovane e le sue istituzioni democratiche ancora immature e divise in tanti centri di potere e, pertanto, incapace di una lotta organizzata e centralizzata.
Nonostante questa consapevolezza, negli anni del dopoguerra il fenomeno venne sottovalutato dallo Stato arrivando ad essere considerato in via di estinzione o, comunque, innocuo al di fuori della Sicilia mentre, in realtà, a partire dalla fine della prima “guerra di mafia” degli anni 1962-63, diversi episodi di criminalità efferata testimoniano la sua vitalità e pericolosità perduranti. Lo Stato in quell’occasione reagì con una repressione tale da costringere Cosa Nostra a sciogliere l’organo di governo che la soprintendeva, ma l’arrivo degli anni di piombo obbligò a concentrare gli sforzi di indagine e di repressione verso il terrorismo.
Ecco che nel 1980 Cosa Nostra controlla una parte rilevante del traffico mondiale di eroina destinata agli Stati Uniti. Lo Stato, consapevole delle difficoltà legate ad un attacco frontale alla mafia, che per anni aveva controllato interamente il potere politico in Sicilia, aveva molto da perdere e poco da guadagnare da un contrasto serio ed organizzato e preferì, per molto tempo, affrontare il fenomeno in modo emergenziale e attraverso la delega di poteri a uomini o istituzioni singole e ad hoc, prive però degli strumenti e della forza sufficienti a contrastare la mafia adeguatamente e nella sua vastità ed interezza.
Proprio la personalizzazione della lotta, ricaduta sulle spalle di uomini dello stato coraggiosi e competenti, ha favorito una sorta di scarico di responsabilità da parte dello Stato centrale che, dietro all’insuccesso della lotta del singolo, poteva nascondere la propria assenza. In un qualche modo perfino la stessa istituzione dell’Alto Commissariato per la lotta contro la mafia, costituito a seguito del tragico assassinio del Generale Dalla Chiesa, ha rappresentato espressione di questa modalità di delega di responsabilità dai ministeri e dal governo verso le periferie del potere.