Il mondo di oggi è iper-competitivo e carica ogni azione, in tutti i campi, di grandi aspettative e quindi di grandi pressioni. Tutti cercano di dare il meglio di sé nei momenti più importanti, ma con il salire della pressione diminuisce la qualità del lavoro. Questo ha poco a che vedere con il talento: è il modo di pensare che danneggia il risultato, perché sono le emozioni e i pensieri a determinare le azioni degli uomini.
In particolare, bisogna imparare a mettere da parte la paura, l'ansia e la preoccupazione, per evitare che interferiscano con il lavoro che dobbiamo - e che sappiamo! - fare. Per questo, occorre cambiare contesto ovvero ripensare, con consapevolezza, la situazione che si ha di fronte ponendosi in modo diverso nei suoi confronti.
Questo modello mentale può essere spiegato con una metafora: una persona avvia la sua macchina e automaticamente si accende la radio, a volume basso. La canzone riprodotta è un po' come la voce nella sua testa. Il nostro uomo potrebbe decidere di darle ascolto, alzando il volume della radio e riconoscendo una canzone che non gli piace. Ora ha la scelta: continuare ad ascoltarla, ovvero ascoltare i pensieri negativi nella sua testa, oppure cercare un'altra stazione radio, o persino scegliere di attivare il Bluetooth e riprodurre la sua playlist preferita.
Attenzione: cambiare contesto non significa fingere che tutto sia perfetto e positivo, ma trovare un modo diverso per interpretare una situazione faticosa, così da renderla più facilmente gestibile. Il nuovo significato che le viene dato porta ad azioni migliori e quindi a risultati migliori.
La ricontestualizzazione (reframing) è una tecnica veloce, efficiente, adatta a tutti e a tutte le situazioni, ma non è innata: serve un po' di allenamento per usarla al meglio.