Abbiamo paura di un sacco di cose. Paura di parlare in pubblico, di guidare, di prendere decisioni importanti. Siamo terrorizzati all’idea di cambiare lavoro, di diventare genitori, di invecchiare. La paura è una specie di epidemia nella nostra società. Ognuno di noi ha vissuto o vive tuttora l’esperienza di rimanere bloccato in una determinata situazione per il timore delle conseguenze.
Anche la stessa autrice, Susan Jeffers, ha vissuto per anni nella paura. Il suo problema, come del resto quello di molti, era quella vocina insistente, che si insinua ogni volta che ci si confronta con i propri desideri. La vocina frena qualsiasi spinta verso il nuovo e invita la persona a rimanere ben protetta dentro la propria bolla. È una sorta di freno a mano interno che dà un messaggio molto chiaro: non ce la farai a ottenere quello che vuoi, se ci provi puoi sbagliare e rimanere deluso. Stai fermo lì e non ti farai male. L’autrice, per molto tempo, ha assecondato questa sua tendenza a stare immobile, a temere di fare anche solo un passo fuori dalla sua bolla. E i suoi studi in psicologia, a quanto pare, non hanno avuto il potere di indebolire la spessa barriera della sue paure. Ma un giorno le cose finalmente cambiano. Mentre si sta preparando per andare a lavoro Jeffers si guarda allo specchio. Ha gli occhi rossi e le guance arrossate a causa dell’ennesimo pianto. Mossa da un’inedita forza ed energia comincia a gridare davanti al suo riflesso “non ne posso più, basta!”. Quando si ferma per prendere fiato, avverte una sensazione di pace e sollievo. È riuscita ad attingere a una parte di sé che fino a quel momento è rimasta nascosta, soffocata, messa da parte. In quel momento Jeffers decide che non si farà mai più guidare dalla paura e farà di tutto per rinforzare il lato della sua personalità più vitale, gioioso, spensierato. È l’inizio di un’avventura intensa e non priva di ostacoli, che la porterà a una vita ricca di soddisfazioni e soprattutto molto, molto più divertente.