Le aziende statunitensi sono state a lungo afflitte da una crisi causata perlopiù da strategie sbagliate e dalla richiesta continua di produrre incrementi sostanziali del fatturato anche quando il mercato non sta crescendo. In questa ricerca della crescita a tutti i costi, la conseguenza naturale è la perdita di focalizzazione. Le strategie più spesso utilizzate per cercare la crescita e che portano alla perdita di concentrazione su un obiettivo unico e chiaro del business sono la diversificazione, l’estensione della linea, la sinergia e la convergenza.
Sebbene ormai obsoleta, ancora si sente parlare della diversificazione e cioè l’esercizio di attività ulteriori e del tutto diverse dal business principale: fra i più noti esperimenti c’è quello dei servizi finanziari in cui si sono avventurate dozzine di società, nessuna con successo.
L’estensione della linea è quella strategia che, forte di un nome di successo, decide di affibbiarlo a diverse altre attività che non c’entrano col business principale e che finiscono per defocalizzare l’azienda. Trump è stato un fan di questa strategia con risultati davvero tragici e milioni e milioni di dollari di debiti accumulati nel tempo.
Anche la sinergia - o fusione di diverse aziende che dovrebbero lavorare assieme e integrarsi verticalmente - finisce comunque per portare l’azienda a volersi occupare di tutto e perdere il punto focale. Un esempio è il produttore di auto che investe in un noleggio di auto.
Il più giovane e dannoso dei cavalieri dell’apocalisse è però la convergenza. Si tratta di quella tendenza che ha tentato di mettere assieme diversi servizi in un solo prodotto come lavatrice e asciugatrice o lo shopping in un unico luogo fisico. Si tratta anche di quel fenomeno che, sulla scorta della digitalizzazione, tende a prevedere che ogni tipo di tecnologia digitale possa fondersi con un’altra. Il settore digitale è vastissimo e l’ampliamento del settore deve portare alla maggiore specializzazione, non alla convergenza di più servizi in uno.