Nulla rimane uguale a sé stesso. Non per troppo tempo almeno. Viviamo in una realtà soggetta a continui mutamenti, che talvolta generano una rottura rispetto al presente. C’è, in altri termini, un “Prima” e un “Dopo” qualcosa. È così da sempre (e così continuerà ad essere). Nel corso della sua storia, la società è infatti costantemente attraversata da una naturale spinta al cambiamento che ha prodotto innovazioni prima impensabili.
Non c’è alcun dubbio. Questo discorso si applica in particolar modo alla tecnologia. Prendiamo internet ad esempio. L’avvento del web ha segnato una svolta epocale. Siamo costantemente immersi in una rete che pervade così tanto le nostre vite da essere praticamente impossibile da ignorare. Ogni aspetto della nostra quotidianità ne è stato influenzato: le opportunità di lavoro, il modo in cui lo svolgiamo, come facciamo business e molto altro ancora. Non è un caso se dopo questa rivoluzione si parla di “Darwinismo digitale”, uno scenario di mercato dove sopravvive chi mostre le maggiori capacità di adattarsi al nuovo mondo digitalizzato.
La continua connessione alla rete ha infatti permesso di essere costantemente connessi, di produrre una quantità di informazioni prima nemmeno lontanamente immaginabile. Non solo: ormai possiamo accedervi in qualsiasi momento da tantissimi dispositivi diversi. A un certo punto della storia, la semplificazione dell’accesso a internet ha interrotto la “Normalità” delle cose: il mondo disconnesso non era il mondo in cui viviamo oggi.
Il web ha dunque segnato un cambiamento netto. Ha investito il modo in cui pensiamo, comunichiamo e lavoriamo, aprendo un nuovo orizzonte ricco di possibilità prima non disponibili. Il termine inglese “Disruptive” utilizzato da Minter Dial e Caleb Storkey si riferisce proprio a questo. Una tipologia di innovazione distruttiva in senso buono, così potente da stravolgere lo stato delle cose. Questo discorso non si limita però alla tecnologia, digitale e non. È piuttosto qualcosa di cui tenere conto a 360°. I tempi cambiano e con essi anche la nostra mentalità, i nostri desideri, i bisogni e le aspettative.
Certo, le nuove tecnologie, o i miglioramenti drastici a quelle già conosciute, giocano un ruolo primario. Questo mutamento sarebbe però sterile se non venisse accettato e, soprattutto, sfruttato. È quindi prima di tutto il nostro mindset a dover essere “Disruptive”, cavalcando l’onda dell’innovazione e integrandola senza timore nella nostra vita personale e professionale.