La fine di una relazione ci investe in maniera violenta e dolorosa. Il suo impatto, nelle nostre vita, è notevole, indipendentemente dalla nostra età. Si tende infatti a pensare che i cuori spezzati appartengano solo ad adolescenti o giovani adulti ancora immaturi. Gli adulti vengono considerati immuni da questa sofferenza o comunque più solidi; resistono con stoicismo al naufragio della propria storia e poi vanno avanti. Beh non va sempre così, anzi. Questa visione è limitante e sbagliata. Tutti, infatti, soffrono per amore. Tutti possono davvero struggersi a causa di un rapporto sentimentale che termina. Quando ci si lascia dal proprio partner non si pensa ad altro, le emozioni che proviamo sono legate esclusivamente alla rottura che stiamo vivendo.
Ogni storia è diversa, comunque. Ogni rottura è diversa. Nella sua esperienza da psicologa, l’autrice si è trovata di fronte a separazioni che nascevano da contesti molto diversi tra loro. Ognuno di noi, del resto, ha i suoi vissuti, il suo background, il suo carattere; tutti questi fattori rendono la propria esperienza di separazione unica. Certo, alcuni aspetti comuni ci sono nelle varie storie, ma le sfumature sono infinite. La costante, però, è il dolore che si prova.
Quando un’esperienza provoca sofferenza, è normale aspettarsi l’appoggio della propria rete di conoscenze: amici, famiglia, colleghi di lavoro. Pensiamo al lutto, alla perdita di un proprio caro; le persone che conosciamo, generalmente, si stringono intorno a noi, cercando di darci conforto. E il loro aiuto è fondamentale a farci andare avanti. Quando termina una relazione dovrebbe succedere la stessa cosa; la nostra piccola comunità dovrebbe supportarci in maniera incondizionata perché di base, anche in questo caso, c’è una perdita. Eppure non è sempre così. È un po’ come quando muore il nostro animale domestico: molte persone, pur esprimendo vicinanza, non si rendono davvero conto del dolore che può provocare quell’addio. La verità è che la fine di una relazione sentimentale, così come la perdita di un animale domestico, meritano il rispetto e l’empatia che si riserva a chi sta attraversando un lutto. Perché di lutti si tratta. E non ci si deve certo vergognare a chiamarli così.