C’è una domanda ricorrente che riecheggia nella nostra società ed è questa: «Perché si mangia troppo?». Sembrerebbe che la risposta non stia semplicemente nella mancanza di volontà o nell'ignoranza riguardo a quali cibi siano salutari e quali no. Quel che influenza le nostre scelte alimentari sono i circuiti cerebrali istintivi, che operano in modo autonomo, cioè, il più delle volte, senza il nostro controllo consapevole.
Questi circuiti fanno parte, infatti, del cosiddetto "cervello inconsapevole", responsabile delle nostre risposte istintive e immediate, e che è in contrasto con quello che invece si chiama "cervello consapevole", ossia capace di fare ragionamenti a lungo termine e pianificare. In questo senso, possiamo paragonare il cervello a un campo di battaglia, dove si trovano schierate due forze contrapposte: da un lato, c’è il desiderio immediato di cibi ricchi e saporiti, dall'altro c’è la nostra volontà di mantenere una dieta sana e bilanciata.
Il cervello inconsapevole è programmato per desiderare cibi ad alto contenuto calorico. Ma questa scelta non è del tutto colpa nostra, è la nostra eredità, dato che per i nostri antenati, si trattava di un modo essenziale per sopravvivere in ambienti dove il cibo era scarso. Tuttavia, in un mondo dove il cibo è abbondante e facilmente accessibile, questo stesso istinto diventa più che altro un ostacolo al mantenimento di un peso sano.
Se vivessimo nella preistoria, il nostro cervello ci direbbe di mangiare il più possibile quando troviamo del cibo, perché non sappiamo quando avremo la prossima razione. E proprio questo istinto ci ha permesso di sopravvivere e prosperare in tempi di scarsità. Oggi, però, non viviamo più nelle caverne e il cibo non è una risorsa scarsa, tutt’altro. Eppure il nostro cervello non ha aggiornato questo istinto primordiale. Di conseguenza, ci troviamo a combattere contro un impulso che non è più adatto al nostro ambiente moderno, dove le opzioni alimentari non solo sono illimitate ma spesso anche malsane.