Gran parte della psicologia e dei contemporanei di Adler tendevano ad interpretare i comportamenti umani in senso eziologico ovvero, detto altrimenti, a leggerli come una serie di avvenimenti determinati da un rapporto di causa-effetto tra passato e futuro. Un determinato avvenimento nel passato, porta a sviluppare certi tratti caratteriali nelle persone le quali porranno in essere condotte determinate da ciò che è loro accaduto. Jung e Freud sono fra i molti ad aver adottato tale approccio psicologico.
Adler propone una diversa interpretazione dei comportamenti umani detta teleologia, del tutto svincolata dal rapporto causa-effetto e basata sul concetto del proposito o intenzione. La teleologia sostiene che ogni comportamento messo in atto dalle persone è sempre determinato dall’intenzione di raggiungere uno scopo ben preciso, sebbene questo scopo non sia sempre del tutto cosciente o chiaro alla persona stessa. Seguendo questa impostazione, perfino chi mostri gravi fobie o comportamenti evitanti, non lo farebbe a causa di un trauma subito nel passato ma con la precisa intenzione di sottrarsi ad ulteriori avvenimenti, relazioni o situazioni potenzialmente dolorosi. Un altro esempio è l’ira: non ci si arrabbia mai perché sia successo qualcosa che necessariamente deve farla esplodere ma solamente per tentare di far valere le proprie ragioni sull’altro. Secondo una visione teleologica la rabbia è del tutto controllabile ma la usiamo come mezzo per raggiungere uno scopo. In altre parole, non è cosa succede nel passato a determinare il comportamento di ciascuno ma uno scopo nel presente.
Se la consequenzialità degli eventi e il rapporto causa-effetto fossero sempre veri, sostengono Adler e Kishimi, a determinati avvenimenti corrisponderebbe sempre un certo effetto e nessuno potrebbe fare niente per cambiare, dovendosi arrendere alle conseguenze degli eventi. Al contrario, non è rilevante tanto quello che succede alle persone ma ciò che loro decidono di farne.
Una persona estremamente bassa, ad esempio, potrebbe decidere di usare la circostanza come scusa per una vita di isolamento e senso di inferiorità. Al contrario, però, potrebbe dare valore al fatto che l’essere bassi fa sentire gli altri poco minacciati e a loro agio, sfruttando questo dato per instaurare relazioni più facilmente.