Le narrazioni sul futuro prossimo sono sempre più a tinte cupe. Non c’è più tempo. L’apocalisse è alle porte. Si salvi chi può – ci viene detto – ma pochi potranno. Cambiamento climatico, saccheggio delle risorse della Terra, perdita di biodiversità. È difficile coltivare la speranza quando tutto intorno il mondo sembra crollare. I giovani sono arrabbiati, stanchi, depressi. Alcuni rimangono indifferenti, altri alzano le mani sconfortati in segno di resa.
Jane Goodall, però, non ci sta. Secondo lei siamo ancora in tempo per invertire la rotta e salvare il futuro delle nuove generazioni. È vero, la finestra temporale per farlo si sta riducendo anno dopo anno, ma è ancora aperta. Cosa stiamo aspettando? Nulla. Forse solo che ci torni la speranza. La speranza, per Jane Goodall, non è qualcosa di astratto. Sperare non significa fantasticare né avere illusioni passive. Non può esserci nessun cambiamento senza azione. Per questo la speranza deve tradursi in un impegno concreto in funzione di un obiettivo preciso. Bisogna credere che le proprie azioni possano davvero fare la differenza. Altrimenti perché perdere tempo e sprecare energie? Ma c’è di più: la speranza è contagiosa. Abbiamo bisogno di sperare per cominciare ad agire. Contemporaneamente, però, l’azione genera speranza. E più persone la praticano, più questa si diffonde nel mondo.
Fede e speranza non sono la stessa cosa. Avere fede significa credere che ci sia un potere pensante più grande di noi e che dopo la morte ci possa essere qualcos’altro. Si crede, ma non si ha la certezza che questo sia reale. Ed è per questo che la speranza è più umile della fede, perché nessuno può conoscere il futuro. Anche ottimismo e speranza non sono uguali. L’ottimismo è un’inclinazione della personalità o una filosofia di vita. La speranza, invece, è una determinazione ostinata a fare tutto il possibile per raggiungere un determinato obiettivo. È vedere che c’è una luce alla fine del tunnel e continuare a camminare fino a raggiungerla. Questa determinazione può essere allenata. Ed essere ottimisti può senz’altro aiutare.