Scott Young ha studiato economia e commercio, ma una volta laureato, si rende conto che non ha fatto il percorso giusto e vorrebbe studiare informatica. L’idea di iscriversi di nuovo all’università e passare altri quattro anni della sua vita in quell’ambiente non lo alletta. Deve esserci un modo migliore per imparare ciò che gli interessa – pensa.
Dopo varie ricerche, dà vita a quella che chiama “la sfida del MIT”, dove MIT sta per Massachusetts Institute of Technology, uno degli istituti universitari più prestigiosi al mondo. La sfida consiste nel portare a termine in un anno il programma di studi (e superare tutti gli esami) di Informatica (la cui durata è di 4 anni). Vince la sfida con se stesso e da quel momento diventa inarrestabile.
Il progetto appena portato a termine gli dà una buona dose di fiducia in se stesso e nel fatto che per apprendere una qualsiasi competenza, non sia necessario andare all’università. Ora vuole scoprire quali altre abilità può imparare e fin dove si possa spingere nell’apprendimento.
La nuova sfida, messa a punto con il suo coinquilino, si chiama “Un anno senza parlare inglese”. L’idea è di spostarsi in un paese nuovo e imparare una nuova lingua ogni tre mesi. I due si impongono dei limiti rigidi da rispettare: non parlare mai inglese, neppure tra di loro. L’esperimento funziona: in un anno imparano lo spagnolo, il portoghese, il mandarino e il coreano (le ultime due ad un livello non ottimale come le prime due, ma comunque buono per viaggiare e conversare su vari argomenti).
Il metodo Ultralearning ha funzionato con l’informatica e con le lingue, l’autore è certo che lo si possa utilizzare anche in altri ambiti. Lo sperimenta nel disegno, e anche in questo campo (in un solo mese) ottiene ottimi risultati. Nasce così l’idea di mettere insieme le caratteristiche e le strategie delle persone che si dedicano all’ultra-apprendimento, ovvero di tutti coloro che con impegno, sforzo, programmazione (ed entusiasmo!) si cimentano in nuove sfide di apprendimento, senza porsi limiti.