Siamo bombardati da consigli su come dovremmo mangiare. Esistono così tante teorie relative a un’alimentazione corretta che non riusciamo davvero più a orientarci. C’è chi dice che dovremmo fare tanti piccoli pasti durante il giorno, chi sostiene che il digiuno intermittente è un toccasana. E poi ci sono le diete stra pubblicizzate: la dieta Atkins, la Dukan o la Paleolitica, per esempio. Senza contare i pareri di presunti esperti di alimentazione che sembrano avere la verità in tasca. I messaggi sono tanti e contraddittori. Ogni abitudine alimentare che adottiamo viene analizzata e messa in discussione. Non si fa altro che parlare di cibi sani ed educazione a tavola. Eppure in tutto il mondo la gente continua a mangiare male. Non c’è ancora una vera e propria educazione alimentare. Tutto quello che interessa è perdere peso, l’aspetto legato al benessere in sé viene messo in secondo piano. Le persone iniziano diete a restrizione calorica, che funzionano sul breve termine, poi però lentamente tornano alle abitudini e al peso di prima. Il risultato è che dopo un po’ di anni di tentativi, gettano la spugna e non hanno più voglia di impegnarsi a mangiare meglio.
Alla base c’è una comunicazione sbagliata sul cibo. C’è una demonizzazione dei carboidrati, dei grassi, degli zuccheri. Alcuni cibi vengono considerati quasi velenosi e si ha sempre più l’impressione che, per mangiare bene, bisogna nutrirsi solo di verdura. Ma se si analizza più in profondità il tema si scopre che la realtà è molto più complessa. Se si studiano davvero i dati scientifici, se si analizzano le ricerche serie, ci si rende conto della superficialità di questo approccio. Non basta dire che bisogna eliminare i dolci o i cibi grassi per stare meglio. È necessario fare un discorso più ampio, più approfondito, che prenda in considerazione la complessità dell’essere umano e delle sue abitudini.
