Lo smartphone ha cambiato radicalmente il nostro modo di rapportarci all’altro. Attraverso i social network esso ci permette infatti di creare tutte le interazioni che vogliamo e di terminarle con facilità. Con queste modalità nascono coppie e finiscono relazioni, cambiano i modi per avvicinarsi all’altro e anche le abitudini sessuali. In questo contesto si modifica anche l’atteggiamento nei confronti del prossimo: in un dialogo tecno-mediato, così definisce l’autore questo tipo di comunicazione, il linguaggio è diretto, si cerca immediatamente la confidenza, la vicinanza. Si tende a cercare una complicità che però è posticcia, illusoria. Manca, di fatto, la normale distanza che c’è con una persona che non si conosce. L’altro da sé viene trattato in due modi: o viene avvicinato in maniera diretta con un approccio fin troppo amicale o viene rifiutato, scartato, messo da parte senza troppi scrupoli. Questa attitudine, se applicata al corteggiamento, finisce per togliere un ingrediente fondamentale: il mistero. L’erotismo, infatti, nasce anche dalla curiosità di scoprire, dal desiderio di fantasticare su qualcosa che ancora non si conosce. Ma in una società come la nostra ormai tutto è trasparente, visibile, e quindi privo di fascino.
Possiamo contattare persone che sentiamo vicine a noi, che ci assomigliano, e possiamo farlo in qualunque momento della giornata. Sono sempre presenti, sempre disponibili. Questo ci priva della possibilità di fantasticare su qualcuno e di scontrarci con l’assenza, che è una componente importante nella relazione con l’altro. In sostanza è come se fossimo bambini impegnati costantemente nella ricerca di un nuovo giocattolo, che risponda il più possibile alle caratteristiche che cerchiamo. E di giocattoli ce ne sono tanti, di tutti i tipi. Ma quando non c’è assenza, non ci può essere vero desiderio. La parola desiderio, infatti, indica l’attesa di qualcosa che andrà a riempire una mancanza. Qualcosa che ancora non c’è e che quindi spinge in avanti la nostra ricerca. La società iperconnessa in cui viviamo sembra invece orientata verso la soddisfazione di un bisogno, più che di un desiderio; rende cioè disponibile tutto quello che vogliamo, e che andrà a soddisfare una necessità momentanea ed effimera.