Fino a qualche tempo fa, il cervello era considerato come qualcosa di distinto dal resto del corpo umano. L’avanzamento negli studi di neuroscienze ha permesso di capire che le cose sono molto diverse da così. Il nostro cervello, infatti, non è un’entità solitaria ma, nel bene e nel male, risponde alle sollecitazioni sia del nostro corpo sia dell’ambiente esterno. Si parla quindi di brain-body connection. Individuare questo legame ci ha permesso di capire qual è il punto debole del nostro cervello: l’infiammazione cronica. Prima di analizzare questo punto, però, facciamo un rapido ripasso di com’è fatto il cervello umano.
Le cellule che compongono il nostro cervello sono di due tipi. Circa metà sono neuroni. Il resto sono cellule della glia. I neuroni sono formati da un corpo cellulare, da un assone, cioè un codone lungo e sottile, e dai dendriti, fibre ramificate simili alle fronde di un albero. Gli impulsi elettrici viaggiano in un’unica direzione. Vengono captati dai dendriti, passano lungo l’assone e arrivano alle sinapsi. Le sinapsi sono di due tipi: eccitatorie se facilitano il passaggio dell’informazione, o inibitorie, se, come dice il termine, lo inibiscono. Per capire meglio come funziona questa rete di connessioni pensiamo ai neuroni come a un’immensa rete stradale. Gli impulsi elettrici corrono lungo queste strade proprio come farebbero delle automobili. A loro volta, le sinapsi funzionano come dei semafori che permettono o bloccano il traffico. I neuroni hanno varie dimensioni, forme e funzioni diverse. Per esempio, i neuroni sensoriali servono a raccogliere informazioni dai nostri organi di senso mentre i motoneuroni dialogano con i nostri muscoli. Ci sono poi un tipo particolare di neuroni chiamati neuroni specchio. Questi neuroni affascinano moltissimo gli scienziati perché si attivano sia quando compiamo un’azione – per esempio prendere in mano una tazza – sia quando osserviamo qualcun altro eseguire quella stessa azione. Si è così scoperto che è proprio grazie ai neuroni specchio se possiamo capire quello che fanno gli altri e imparare. E questo vale per le azioni di movimento così come per le reazioni emotive.
Le cellule della glia sono di diverso tipo. Gli astrociti, chiamati così per la tipica forma a stella, regolano la comunicazione neuronale. Gli oligodendrociti e le cellule di Schwan avvolgono gli assoni in un rivestimento bianco chiamato mielina, in grado di accelerare la trasmissione delle informazioni. Le cellule microgliali – chiamate collettivamente microglia – sono fondamentali per mantenere il cervello in salute. La microglia ha un compito simile a quello che il sistema immunitario fa nel resto del nostro corpo. Se avverte una minaccia, data per esempio dall’infiltrazione nel cervello di un virus o di una tossina, innesca un processo di infiammazione per eliminare il pericolo o le cellule colpite. Può però capitare che la microglia funzioni male e che, a pericolo concluso, la neuroinfiammazione non si spenga. Se diventa cronica, la neuroinfiammazione provoca danni seri perché uccide le cellule sane e deteriora le sinapsi.