Siamo sommersi dalle informazioni. Passiamo ore sui social network, consultiamo articoli online, vediamo video informativi e non, leggiamo libri e inviamo ogni giorno un sacco di messaggi. Impariamo ogni giorno cose diverse, scopriamo posti nuovi da visitare, siti interessanti, personaggi che parlano di argomenti che ci interessano. Ma, in tutto questo bailamme, abbiamo sempre l’impressione che ci stia sfuggendo qualcosa. È come se non riuscissimo ad afferrare e fare nostro tutto quello che vorremmo. Questo perché il vortice che ci circonda è troppo intenso, troppo veloce. Non riusciamo a dominare questo flusso di informazioni che non ci abbandona mai; ne siamo un po’ vittime, non siamo in grado di sfruttare il nostro bagaglio di conoscenza a nostro favore. È come se avessimo bisogno di un secondo cervello, un archivio sempre disponibile di informazioni preziose. Una sorta di cloud personale, utile ad arricchire il nostro lavoro e la nostra vita privata. Ebbene questo cosiddetto secondo cervello si può costruire. E lo si può fare attraverso la scrittura.
Tutto parte da un’esperienza personale dell’autore, Tiago Forte. Quando era al suo terzo anno di università, l’uomo cominciò ad avvertire, dal nulla, un fastidio alla gola. Pensò subito a una semplice influenza e così non ci fece troppo caso. Ma il disturbò peggiorò e lo spinse a rivolgersi al suo medico, che però non evidenziò nulla. Il suo dolore alla gola non era associato a nessuna patologia in particolare. La stessa cosa gli dissero altri specialisti da lui consultati. Ma il problema diventò sempre più pesante, fino a impedirgli di parlare, di deglutire, di ridere. Il mistero, tuttavia, rimaneva: Tiago non aveva nessuna malattia. Un giorno, mentre era in attesa dall’ennesimo specialista, ebbe una rivelazione: doveva scrivere tutto quello che gli stava succedendo. Prese un quaderno e annotò sensazioni, sintomi, tempistiche. Scrisse anche le cure che stava facendo e gli effetti. Prendeva nota di ciò che gli dicevano i medici e delle domande che avrebbe potuto fare. In breve tempo, dai suoi appunti, emersero degli aspetti del suo problema che lo portarono a individuare la causa dei suoi sintomi. Con il supporto di alcuni medici scoprì un genere di malattie chiamate “disturbi funzionali della voce”. Da quel momento, grazie a un approccio che comprendeva cura dell’alimentazione, meditazione, ed esercizi vocali, la sua situazione migliorò.
Tiago capì che la scrittura lo aveva aiutato a trasformare ogni informazione che gli arrivava in soluzioni pratiche. E questo era solo il primo passo.