Tutti noi sentiamo parlare di innovazione all’interno di qualsiasi ambiente lavorativo. Ma siamo davvero sicuri di usare il termine in maniera corretta? Se vogliamo capire come poterla misurare, poi, dobbiamo trovare ancor di più dei parametri corretti per analizzarla e valutarla. Solo avendo in mente una definizione ben chiara e condivisa all’interno dell’azienda si può avere un processo decisionale efficace.
Secondo Dan Toma ed Esther Gons, infatti, parlare di innovazione in maniera confusionaria non aiuta al benessere dell’azienda. Per misurarne gli sviluppi dobbiamo prima capire che questa può esistere in varie forme. Gli autori distinguono 4 categorie. La prima è in un certo senso un supporto all’innovazione. Riguarda tutti quei processi che puntano a migliorare ciò che si produce e vende ed è caratterizzata quindi da una buona comprensione della customer base. Similmente, la seconda viene ricoperta dalla pura ricerca, che punta a individuare nuove opportunità di mercato. Il terzo tipo invece può essere identificato con l’innovazione rivoluzionaria, un prodotto o un servizio in grado di risolvere un problema del cliente alla radice. Il quarto tipo di innovazioni riguarda ciò che è dirompente, ciò che rende obsolete le soluzioni esistenti all’interno di un mercato, cambiando le carte in tavola, come fece a suo tempo l’iPod.
Ogni azienda si sviluppa sulla base della propria storia, delle proprie potenzialità e del mercato di riferimento, e questa varietà rende necessario creare una propria speciale versione di innovazione. Definirla però non basta. Va anche misurata, specialmente nei casi in cui l’imprevedibilità permette poche certezze, come nel caso delle innovazioni dirompenti e di quelle rivoluzionarie. I dati impiegati per la tradizionale contabilità, quali il flusso di cassa o il bilancio, possono essere fuorvianti per 4 motivi. Sono carenti nel rappresentare le potenzialità latenti e le nuove idee in formazione. Si limitano ai risultati economici finali. Non possono inoltre misurare ciò che ancora non è avvenuto. Infine, non tengono conto di alcuni dei beni più preziosi all’interno di un’azienda, come le persone che la costituiscono e i rispettivi talenti. A questi aspetti poi si aggiungono numerosi falsi miti sull’argomento, come l’impossibilità di misurare l’innovazione e la creatività o il volersi fidare ciecamente solo degli indicatori sulla performance.
Ecco allora che bisogna intraprendere una nuova strada, che in parte va costruita su misura secondo gli obiettivi e la natura dell’azienda. Questa prevede un’analisi continua delle performance e dei risultati, ma in forma diversa. I dati interessanti diventano le idee proposte, la qualità degli esperimenti non riusciti e l’apprendimento dei gruppi di lavoro.