Introduzione alla permacultura

La parola “permacultura”, in inglese “permaculture”, è stato coniato a partire dall’unione dei termini “permanent agriculture”, ovvero “agricoltura permanente” e “permanent culture”, che vuol dire “cultura permanente”. Il presupposto da cui il suo inventore Bill Mollison è partito è che tutte le culture hanno bisogno di una base agricola sostenibile, per sopravvivere. Devono inoltre usare la terra in modo etico. 

Ma cosa implica questo approccio? Mollison afferma che l’obiettivo finale deve essere creare degli insediamenti umani in cui tutti gli elementi siano in una relazione sana tra loro: il suolo, le piante, gli animali, così come le infrastrutture e ciò che è di origine antropica. In uno scenario del genere non c’è sfruttamento delle risorse da parte dell’essere umano, che agisce invece per limitare il più possibile l’inquinamento e costruisce sistemi che imitano la natura, la più grande fonte di ispirazione dalla quale si possa attingere, e che mettano a frutto le tecnologie a disposizione. 

A differenza di quanto accade nell’agricoltura convenzionale, nella permacultura ogni sistema soddisfa i suoi stessi bisogni. Ciò comporta una considerevole diminuzione dei consumi, preserva la terra e permette di prendersene cura, pensando anche ai bisogni dei suoi abitanti, quindi degli esseri umani.