In passato l’autrice ha lavorato come producer per eventi musicali di artisti molto famosi. Partecipava alla gestione di concerti di CeeLo Green, Jason Derulo, Toni Braxton. È in quel periodo che ha cominciato a sentir parlare di start-up e di Silicon Valley. Si è resa conto, infatti, che molti personaggi, anche piuttosto importanti e famosi, cominciavano a investire in aziende giovani e innovative dell’area di San Francisco. E così anche lei ha cominciato a studiare il tema, a informarsi. E più studiava, più quel mondo le pareva affascinante e stimolante. Aveva la percezione, come del resto ce l’hanno in molti, che nella Silicon Valley vigono meritocrazia e correttezza. La narrazione a questo ambiente era la seguente: ti impegni, dai tutto te stesso per la tua idea, rimani sveglio persino la notte per lavorarci, e poi col tempo il successo arriva. Questa immagine si forma nella testa di Arlan Hamilton nelle sue settimane di ricerca e di studio. Questa industria, così efficace e dall’immagine vincente, diventa per lei un’ossessione. Ma un giorno il modello di perfezione che Hamilton aveva costruito nella sua testa crolla rovinosamente: la donna, infatti, incappa in alcune statistiche e dati che, per la prima volta, le mostrano la cruda realtà dei fatti. Il mondo delle start-up, secondo questi numeri, non è esattamente un esempio di meritocrazia e di inclusività: anzi, si può dire che è proprio il contrario. Hamilton scopre che ben il novanta per cento dei finanziamenti forniti dagli investitori alle start-up, finisce nelle mani di uomini bianchi. Il restante dieci per cento va a tutti gli altri. Da donna gay afromaericana qual è, questo dato le lascia l’amaro in bocca. Si rende conto, in effetti, che tutte le bellissime storie di successo legate a questo mondo riguardano solo uomini bianchi. Pensiamo a quelli più famosi: Mark Zuckerberg, Steve Jobs, Bill Gates, Jeff Bezos. La categoria è sempre quella. Di fronte a queste situazioni, per Arlan Hamilton c’è solo una cosa da fare: tentare di inserirsi nell’ambiente provando a cambiare le cose.