Alessio è uno dei tanti giovani che, dopo l’università, è riuscito ad accaparrarsi un lavoro. Non quello dei suoi sogni. Anche se nel suo caso non è nemmeno andata così male dato che è Copywriter in un’azienda di marketing. Sebbene non sappia nemmeno quali siano i suoi sogni, sente di avere un filo di speranza nel poter dipingere di diverse sfumature le sue giornate grazie al briciolo di creatività che il suo ruolo permette.
Allo stesso tempo, l’incapacità di mettere a fuoco ciò che davvero desidera e di progettare un futuro lo fa sentire in trappola. E quel che è peggio è che da un lato non sa come ci è finito, dall’altro non sa come uscirne.
Certo, «basterebbe cambiare lavoro» starai pensando. Ma tanti suoi coetanei o sono ancora in cerca di uno straccio di stipendio, vivendo quindi a casa dei propri genitori, o non riescono a dare l’ultimo esame di università.
In un certo senso, Alessio si sente anche “a posto”. Ha raggiunto quell’autonomia economica che gli permette di avere un appartamento in un palazzo carino. Lì, al terzo piano, si sente al sicuro, in mezzo alle sue cose e alla sua bolla, quella che lo protegge dal rumore esterno di una città troppo frenetica per lui e dagli sguardi di chi non lo conosce davvero. O meglio, è Alessio ad aver alzato un muro con tutte le persone che lo circondano, anche quelle più care, come suo papà.
Ostacoli che supererà, anzi abbatterà solo quando avrà colto il più profondo significato della vita, anzi della “pura vida”. Ci metterà un po’ a fare il primo passo, quello sempre più difficile: riconoscere di avere paura, ma di quelle folli che ti paralizzano fino a farti sentire morto dentro.