L’approccio alla creazione di una storia insegnato ai corsi di storytelling e narrazione pone tradizionalmente l’accento sulla struttura. Tuttavia, secondo l’autore esiste un altro metodo per risvegliare l’attenzione di chi quella storia la legge, la guarda e la vive: un approccio basato su neuroscienze e psicologia che crea narrazioni efficaci e irresistibili che stimolano la mente umana sfruttando i suoi stessi meccanismi. Scienziati della mente e studiosi dello storytelling hanno infatti raggiunto la stessa conclusione: dopo migliaia di anni di evoluzione, il cervello umano è il perfetto narratore e ascoltatore.
Le doti di storytelling della mente umana sono tutte volte a uno scopo: mantenere il controllo sul mondo che ci circonda. Per fare questo poniamo l’attenzione su quel che maggiormente ci interessa, perché può offrirci insegnamenti e suggerimenti preziosi: le persone e le loro esperienze.
Secondo l’autore, per creare storie davvero avvincenti è quindi necessario spostare l’attenzione dalla struttura ai personaggi, che devono essere interessanti, veritieri e tridimensionali. Per creare tali personaggi è fondamentale comprendere i meccanismi che ne regolano azioni, pensiero e relazioni, e fare ciò è possibile rivolgendosi agli studi sul comportamento e sulla mente: la scienza può fornirci le ragioni dietro la condotta umana, aiutandoci a conoscerle e appropriarcene come se fossero regole, e quindi di volta in volta a metterle in pratica o – perché no - rimaneggiarle.
È da queste premesse che nasce il sacred flaw approach, l’approccio del difetto sacro, il metodo che Storr ha messo a punto per la creazione di narrative che catturino l’attenzione della mente umana a partire proprio dai suoi stessi meccanismi.