Scegliere di mangiare sano non è sempre così facile, soprattutto alla vista di cibi appetitosi che stimolano il nostro senso del gusto e appaiono molto invitanti, come delle patatine fritte o delle merendine confezionate. È difficile rinunciare alla voglia di assaggiarli perché ci rimane come una sorta di sensazione di rimpianto. Ma perché questi cibi ci sembrano così buoni all’apparenza? Cosa ci convince a comprarli?
Questi alimenti vengono definiti ultra processati, per via dei processi coinvolti nella loro preparazione e dell’aggiunta di sale, zuccheri e grassi che normalmente non contengono. Questo fa sì che il loro gusto risulti molto più appetitoso al nostro palato di un qualunque altro alimento meno processato, portandoci a consumarne in maggiori quantità. Non solo, questi alimenti solitamente vengono a costare meno di prodotti alimentari sani, poiché di qualità inferiore, risultando più facilmente accessibili soprattutto a coloro che non hanno grandi disponibilità economiche. Inoltre, essendo anche di facile e rapida preparazione rispetto a cibi meno raffinati, vengono consumati più frequentemente. Pensiamo ad esempio a una cotoletta precotta e surgelata rispetto a una fresca.
Purtroppo, però, è ormai dimostrato che l’assunzione continua di questo tipo di cibi provoca molti danni nel lungo periodo, tra i quali problemi a livello cardiovascolare, obesità, diabete di tipo 2 e mortalità prematura.
La capacità di rinunciare al loro consumo o meno, però, non dipende solo da una nostra responsabilità e scelta personale, in quanto le politiche e il marketing alimentari odierni sono in grado di condizionare fortemente i nostri acquisti mediante specifiche strategie pubblicitarie e di vendita. Di solito le multinazionali evitano di nominare le problematiche che questi cibi possono generare, e ci fanno credere di poter mangiare qualunque cosa desideriamo, quando lo desideriamo e dove lo desideriamo. Oppure imprimono sulle confezioni del cioccolato e del latte delle mucche felici, quando in realtà sono imprigionate in dei veri e propri campi di concentramento per animali come gli allevamenti intensivi.