Il peso della responsabilità che da sempre grava sul ruolo materno e gli sforzi che impone creano un profondo disagio non solo nelle madri anche nei figli. Una volta che diventano madri, le donne subiscono una forte pressione a lasciare il proprio lavoro e a trascurare gli interessi e le amicizie che hanno. Essere brave madri deve diventare un loro naturale obiettivo. Il rapporto di coppia può entrare in crisi e si sentono in colpa se dedicano un’ora a loro stesse. La condizione necessaria per essere una madre impeccabile diventa non essere nient’altro che una madre. Pensare a se stesse è da egoiste e l’unica ragione accettabile per prendere qualsiasi decisione devono essere i figli. Ciò comporta una mole di sforzi che lega indissolubilmente il figlio alla propria madre, in un legame che sfocia spesso in patologie da dipendenza più o meno gravi.
Queste credenze sul sacrificio e sull’amore incondizionato che la società richiede alle madri dipende da falsi miti storici e culturali. Spesso il processo decisionale dei genitori rischia di essere deviato da ragioni più propagandistiche che evolutive. L’esperienza degli specialisti con la salute dei figli, sia grandi sia piccoli, riporta sempre alla seguente evidenza: ciò che più conta per uno sviluppo sano e armonioso non è inseguire la decisione migliore per i figli ma quella più funzionale per se stessi.
Un buon genitore deve essere capace di tirare una linea tra i propri bisogni e quelli del figlio. Questo è il comportamento che deve avere un adulto che si assume interamente la responsabilità di ciò che va fatto, scegliendo ciò che è necessario prima ancora che giusto. Così facendo il genitore che sa mettersi al centro autorizzerà un giorno liberamente i propri figli a fare lo stesso, senza provare sensi di colpa o conflitti di lealtà. Per quanto alle madri sia stato fatto credere che il loro ruolo sia sacrificato e sacrificale, nessuno può mettersi interamente e completamente al servizio della vita di un’altra persona.