Gli inglesismi sono ormai la normalità nella nostra vita quotidiana. Eppure questa parola, manifesting, risulta sconosciuta per la maggior parte di noi. Non è molto usata, almeno fino a ora. Non fa parte del linguaggio comune. Eppure ha un significato davvero notevole e il suo potere si sta piano piano diffondendo.
Manifesting indica la possibilità di creare la vita che si desidera. È una pratica che unisce scienza e saggezza oltre che una filosofia che fa evolvere gli esseri umani e li fa vivere bene. Dietro questa parola, manifesting, si nasconde, in pratica, il sogno di ognuno di noi. Non una cosa da poco. Anzi, si può dire che siamo davanti a una sorta di magia.
Ma torniamo un attimo indietro. Come spesso accade in casi come questi, non siamo davanti a un’idea nuova. Il Manifesting non è una moda del momento, nata da un’intuizione estemporanea. Già nel 1906 William Walker Atkinson parlò di manifestazione nel suo libro “Vibrazione del pensiero. La legge di attrazione nel mondo del pensiero”. Anche Napoleon Hill, autore del famosissimo saggio “Pensa e arricchisci te stesso” di fatto presentò la teoria del manifesting: Hill infatti sosteneva che le persone sono padrone del loro destino e possono influire attivamente sulla loro realtà. Moltissimi pensatori, scrittori, filosofi hanno sostenuto questa teoria e l’hanno portata avanti attraverso le loro opere e i loro discorsi. Uno di questi, e qui siamo ai giorni nostri, è Eckhart Tolle, celebre insegnante spirituale, autore di libri da milioni di copie vendute. Utilizzando un linguaggio e degli strumenti diversi, vari pensatori, nel corso della storia, hanno promosso il manifesting e hanno cercato di trasmetterlo agli altri. Includere nella propria vita questa filosofia, infatti, significa aprirsi a nuovi orizzonti e riuscire a sbloccare finalmente il proprio potenziale. La stessa autrice, Roxie Nafousi, ha utilizzato questo strumento per uscire da una situazione difficile e per cambiare, in meglio, la propria visione del mondo.