Il percorso di Michael Schumacher iniziò nella piccola città di Kerpen, in Germania. Nato nel gennaio del 1969, Schumacher fu introdotto al mondo dei motori fin da giovane, con suo padre Rolf che lo indirizzò verso il karting già all’età di 4 anni. Nel circuito di Kerpen, Michael spese una parte considerevole della sua infanzia e adolescenza e fu proprio grazie ai kart che emerse la sua passione per le corse.
Dopo aver preso confidenza con i veicoli e le piste, ben presto iniziò a competere in eventi di karting locali, vincendo diverse competizioni e facendosi un nome all’interno dell’ambiente. In questo modo finì in breve tempo per attirare l’attenzione di team più importanti e nel 1984 e 1985 vinse i campionati nazionali di karting. Poco dopo, passò alle categorie superiori iniziando a correre su vere e proprie auto da corsa. Era il 1988.
Correre in auto al di fuori delle serie più famose richiede grandi capitali e nella maggior parte dei casi bisogna autofinanziarsi, ma Schumacher fu sempre in grado, grazie alle sue prestazioni e alle sue potenzialità, di guadagnarsi sponsor o finanziamenti da parte di privati che credevano in lui. Grazie a Jurgen Dilk, un agente di commercio con la passione per l’automobilismo, partecipò sia al Campionato tedesco di Formula Ford che a quello europeo: si piazzò rispettivamente sesto e secondo. Nello stesso anno venne aiutato anche da Gustav Hoecker, concessionario del marchio Lamborghini, a gareggiare in Formula König, dove vinse nove gare su dieci laureandosi facilmente campione.
Il passaggio scontato per Schumacher sarebbe stato la Formula 3, ma Dilk gli fece capire di non potersela permettere. Tuttavia nel 1989 Willi Weber, proprietario di un team, stupito dalle capacità del giovane pilota tedesco, decise di offrirgli un contratto per gareggiare nella serie. Schumacher chiuse il campionato di Formula 3 al secondo posto, battuto di un solo punto. Nel 1990 continuò poi a gareggiare nella categoria, laureandosi campione. Nel farlo, vinse due prestigiose gare internazionali: il Gran Premio di Macao e quello del Monte Fuji. Ormai si era posizionato sui radar del mondo intero.