Il cambiamento climatico è una questione che ci riguarda tutti. Viviamo già in un mondo più caldo rispetto a quello in cui vivevano i nostri genitori o nonni. È evidente che, per fronteggiare l’emergenza, non si sta facendo abbastanza. Nel 2015 c’è stato un accordo internazionale sul clima, l’incontro è stato organizzato a Parigi. L'obiettivo principale stabilito dai paesi partecipanti era mantenere l'aumento della temperatura globale al di sotto dei 2°C e fare gli sforzi necessari per limitarlo a 1,5°C. Obiettivo raggiunto? Assolutamente no. Al contrario, le emissioni sono aumentate sempre di più. Gli scienziati hanno condotto ricerche molto complesse e precise in questi anni e stanno monitorando con grande attenzione il fenomeno. Corroborati da studi scientifici, lanciano grida d’allarme che sostanzialmente vengono ignorate dalla politica. Le poche cose che si fanno a riguardo risultano insufficienti.
L’emergenza climatica la tocchiamo con mano, non è qualcosa di lontano. Quando l’autore ha iniziato a scrivere il libro, in Australia la situazione era stabile. Ma nel gennaio del 2020 si sono verificati degli incendi di enorme gravità. Milioni di ettari di foresta sono andati distrutti, causando la morte di molti animali, la distruzione di habitat e il rilascio di enormi quantità di anidride carbonica nell'atmosfera. Questi fenomeni sono stati causati dal cambiamento climatico che ha portato, in Australia, a periodi di siccità prolungati e a ondate di caldo estremo. Questi fattori hanno reso la vegetazione più secca e infiammabile, creando le condizioni ideali per la diffusione incontrollata degli incendi. L’Australia, dopo questi eventi, non è più il paese di prima, nonostante l’emergenza incendi sia rientrata.
Fenomeni di questa portata saranno all’ordine del giorno, anche se di fatto già lo sono, se ci ostiniamo a ignorare l’emergenza che la nostra terra sta vivendo. E purtroppo, dai segnali che arrivano dalle istituzioni, motivi per essere ottimisti ce ne sono ben pochi.