Aldo Leopold ne è certo: per uomini come lui non ci sono comfort o doni del progresso che valgono tanto quanto poter godere di quello che la natura ci può dare. Negli anni Trenta del Novecento Leopold aveva acquistato una fattoria nella contea di Sauk, in Wisconsin, e ci passava ogni momento libero che aveva. Questi territori erano considerati poveri e senza utilità da un punto di vista economico, ma la ricchezza ecologica che contenevano in termini di biodiversità era enorme. Qui Leopold si dedica a osservare la natura, a trarne insegnamento e giovamento. Per lui non esiste una gerarchia di conoscenze: è interessato a tutto ciò che il mondo naturale ha da offrire.
Il tempo nelle terre di sabbia non è scandito da un calendario ma dai ritmi della natura e dal comportamento degli animali. Leopold inizia così a prendere appunti sparsi su quello che succede attorno a lui, mese dopo mese. Si inizia da gennaio, quando l’osservazione della natura è semplice e tranquilla. Fa freddo e la neve copre il suolo. Leopold passa le giornate a osservare le tracce degli animali e a immaginare i motivi di questi spostamenti.
Abitare in una fattoria ha molti vantaggi, secondo Leopold. Uno di questi è riuscire ad apprezzare veramente il calore che riscalda la casa mentre fuori imperversano le tempeste di febbraio. In città si dà per scontato che sia la caldaia a produrre calore. Chi vive in una fattoria, invece, sa che senza legna nel camino non ci si scalda. Ma soprattutto sa che quella legna va cercata, tagliata e stoccata per tempo, e con maestria. Leopold ricorda come a scaldarlo in quel momento sia il legno di una vecchia quercia abbattuta da un fulmine qualche mese prima. Quel vecchio albero aveva circa ottant’anni. Era nata nel 1865, alla fine della Guerra civile americana. Leopold l’aveva capito osservano gli anelli di accrescimento. Leggendo la vecchia quercia come fosse un libro di storia, l’autore torna indietro nel tempo. Andando a ritroso, la immagina anno dopo anno passare attraverso la Grande Depressione e le tempeste di sabbia, fino all’arrivo dei primi pionieri, testimone silente dei profondi cambiamenti che questo territorio ha subito a causa del progresso.