Le persone che vivono in povertà hanno certamente un problema di denaro ma sarebbe un errore parlare di povertà negli Stati Uniti riducendo tutto ad una questione economica. La povertà innesca una serie di altri problemi che vanno accumulandosi uno sull’altro e che per questo diventano sempre più difficili da risolvere. Alla povertà sono connessi quasi immancabilmente problemi di vario genere: di salute innanzitutto, con una percentuale spropositata di statunitensi che vive completamente sprovvista di assicurazione sanitaria. Quelli derivanti da lavori usuranti e pesanti svolti dalle fasce più umili della popolazione. Quelli derivanti dalla cattiva alimentazione o terapie insufficienti o inadeguate. In generale, per quanto possa sembrare banale, quelli legati ad una qualità di vita scarsa, fatta di lunghe ore da pendolari per raggiungere il luogo di lavoro, sonno insufficiente o turni notturni, stress e stanchezza. Ma i problemi di salute possono arrivare anche alle grandi malattie causate dal contatto con sostanze tossiche, per non parlare degli incidenti sul lavoro che lasciano i lavoratori più umili amputati o invalidi (quando sopravvivono). La povertà, insomma, è prima di tutto associata al dolore e ad una salute precaria.
Alla povertà sono associate anche sofferenze psichiche. Nelle aree più povere degli Stati Uniti, dilaga la violenza. Che si tratti di aggressioni con arma da fuoco o sessuali, furti o risse, vivere in mezzo alla violenza è traumatico. Chi assiste ad atti violenti o vive nel costante timore di subirli – specialmente i bambini - subisce un grave trauma emotivo che, in mancanza di un supporto, si porta dietro nella vita come un ennesimo fattore che aiuta a perpetuare la propria condizione di miseria.
Se dovessimo trovare un aggettivo unico per definire la miseria, questo sarebbe instabilità. La miseria è associata ad una tremenda instabilità abitativa, lavorativa, familiare, scolastica. Quella abitativa, in particolare, è aumentata vertiginosamente nell’ultimo ventennio, in cui si è verificata una ascesa incontrollata dei prezzi degli affitti ed un calo progressivo degli stipendi di chi è costretto a vivere in affitto. Eppure il governo federale statunitense fornisce sostegno all’alloggio solamente ad una piccola percentuale della popolazione che avrebbe i requisiti per ottenerlo: si stima che i sussidi siano forniti a circa uno su quattro aventi diritto. Gli altri sono costretti a spendere per la casa tra la metà ed il 70% di quanto guadagnano.