L'iperemesi gravidica è un inferno per le donne che ne soffrono durante la gravidanza. Non si fa altro che vomitare e sentire nausea per tutto il giorno. Il corpo si disidrata, si perdono chili, non si riesce più a fare niente. L’autrice, Francesca Bubba, ci è passata e sa bene a che cosa si va incontro; lei non beveva né mangiava, stava sempre male, non era più in grado di fare le piccole cose che prima la rendevano felice. In quel periodo ha dovuto rinunciare alle passeggiate nella natura e alle amatissime gite al mare. A questa condizione di malessere e immobilità, si aggiungeva la preoccupazione per il suo bambino che, data la condizione di quasi digiuno, a suo parere non riceveva il nutrimento necessario.
Insomma, la situazione era abbastanza critica e lei, comprensibilmente, non riusciva a non essere triste. Era proprio abbattuta, stanca, non sorrideva mai. Quando incontrava qualche amico o conoscente si sentiva spesso ripetere: “guarda che il bambino lo sente se sei triste”. In pratica le persone intorno a lei le dicevano che, malgrado tutto quello che stava attraversando, non era autorizzata a essere di malumore. I suoi sentimenti di frustrazione influenzavano in maniera negativa il bambino, quindi doveva assolutamente tirarsi su. Ma come poteva farlo in una situazione di tale sofferenza fisica ed emotiva? Questa pressione esercitata dal mondo che la circondava, quello della sua cerchia, ma anche quello dei social e dei media in generale, non fece che peggiorare ulteriormente il suo stato d’animo.
Il punto è che la maternità è dipinta come un periodo intenso e bellissimo, romantico e speciale. Le future madri si trovano quindi a dover aderire a una sorta di modello che è scolpito nella mente delle persone. Avere il pancione significa essere felici, emozionate, piene d’amore; uscire da questo quadretto significa tradire le aspettative intorno a una figura che è vista quasi con sacralità. Eppure è necessario uscire da questo modello e viversi la maternità come meglio si crede, senza doversi sentire obbligate a decantarne la bellezza sfoggiando un sorriso finto.
