È il 1977. L’autore, Duncan Hamilton, ha solo diciotto anni e lavora per la rivista Nottingham Sport. Vuole fare il giornalista sportivo e per la prima volta ha la possibilità di intervistare Brian Clough, l’allenatore della squadra di calcio del Nottingham Forest. Clough è un personaggio particolare: istintivo, irriverente, a volte arrogante. Appena il timido Hamilton entra nell’ufficio del coach viene subissato dalle domande di quest’ultimo, il che è abbastanza strano perché è lui quello che dovrebbe farle le domande. Ma con Clough niente è scontato, niente è prevedibile. Il coach, che all’epoca ha quarantadue anni, chiede al ragazzo dov’è nato, che lavoro fanno i suoi e che idee politiche ha. L’altro risponde a tutto con prontezza, come un alunno che vuole prendere il massimo dei voti. E in effetti a Clough le risposte di Hamilton piacciono parecchio; il fatto che l’aspirante giornalista provenga da una famiglia operaia gli fa guadagnare molti punti.
Siamo alla fine degli anni Settanta, un periodo duro e intenso per la Gran Bretagna. C’è instabilità, disordini sociali e fra un paio di anni andrà al potere la contestatissima Margaret Thatcher. Il calcio riflette benissimo la durezza dell’epoca: è uno sport molto intenso e muscolare, più lento di quello di oggi e fatto di scontri fisici piuttosto violenti. Si facevano moltissimi falli sul campo ed era un miracolo che il numero degli infortuni gravi fosse tutto sommato contenuto. I calciatori indossavano divise molto semplici, in cui c’erano solo il numero e lo stemma della squadra. Niente sponsor, niente nome del giocatore. Era tutto molto più semplice e diretto. I calciatori non erano dei divi coccolati come ora e le loro mogli non ricevevano l’attenzione delle riviste di gossip. In qualche modo lo stesso Clough era il frutto di questo mondo semplice, che non aveva troppi fronzoli ed era spesso aspro.
L’allenatore concede venti minuti di intervista ad Hamilton e si dimostra disponibile a parlare della sua carriera, dei successi ottenuti, ma anche dei tanti errori fatti.