La psicologia evoluzionistica deve molto al lavoro di Charles Darwin, secondo il quale nella struttura fisica dell’uomo è scolpito il marchio incancellabile della sua origine. In effetti, secondo la psicologia evoluzionistica, le funzioni mentali degli esseri umani sono il frutto di adattamenti naturali sviluppati durante il processo evolutivo; questa disciplina individua dunque nella selezione naturale la radice di molti dei nostri comportamenti.
Ma c’è di più. La teoria della selezione naturale darwiniana sostiene che le specie si sono modificate nel tempo attraverso la conservazione di caratteri favorevoli alla sopravvivenza. David Michael Buss parte proprio da questo assunto, ma si concentra maggiormente sull’aspetto sessuale; secondo lui la selezione naturale non assicura sempre la sopravvivenza del più adatto, ma dà a tutti gli individui la facoltà di lasciare una prole più o meno numerosa. È questo, in sostanza, uno dei concetti fondamentali della sua teoria. Si tratta di una visione piuttosto forte: di fatto molte delle nostre funzioni psicologiche sono emerse per effetto dei meccanismi che regolano le nostre scelte sessuali. Il nostro passato evolutivo determina dunque i comportamenti, spesso contraddittori, che manifestiamo in campo sentimentale, e non solo.
Un altro aspetto fondamentale legato alla psicologia evoluzionistica è quello della mente modulare; essa, infatti, è organizzata in moduli programmati per rispondere a una serie di problemi adattivi sorti nel passato. Un esempio concreto: un tempo gli individui disponevano di un modulo che permetteva loro di scappare dai grandi predatori della savana. Ora questo pericolo non c’è più, ma gli esseri umani conservano ancora questo modulo per evitare altre minacce, ben più frequenti. Nel testo si fa riferimento alla vita in città e ai rischi che si corrono in automobile. Secondo Buss questi adattamenti sono dovuti all’estrema plasticità del nostro cervello.