Il collettivo CCRU - Cybernetic Culture Research Unit è stato un gruppo di ricerca interdisciplinare nato nella metà degli anni ‘90 all’interno della Warwick University, in Inghilterra, che ha unito psicologia, antropologia e cibernetica, con l’intento di analizzare la produzione culturale in un’epoca in cui la tecnologia stava diventando sempre più pervasiva.
La CCRU raggiunge la notorietà all’interno di tutti quei circoli accademici che attendevano con impazienza l’arrivo di una reale novità, di una linea di pensiero che potesse spiegare la contemporaneità con tutte le sue più profonde contraddizioni. Ecco così che la nascente scena rave, lo sviluppo di intelligenze artificiali, le prime avvisaglie delle più recenti crisi economiche, il femminismo e il reddito di cittadinanza universale trovano il loro senso di esistere all’interno di una narrazione teorica che riesce a guardare con un’ottica realista e inclusiva i principali avvenimenti sociali successivi al crollo dell’Unione Sovietica. La produzione del collettivo, tuttavia, pur imponendosi il racconto del reale sceglie vie traverse: la science fiction, l’occultismo e il futurismo speculativo, fornendo un’incredibile quantità di materiale grezzo, perfetto per ogni tipo di analisi teorica.
Il collettivo vede tra i membri fondatori Nick Land e Mark Fisher, due nomi che in pochi anni diventeranno di riferimento nel panorama accelerazionista, una corrente di pensiero che auspica il superamento dell’attuale economia capitalista e che vede nello sviluppo tecnologico un forte strumento emancipatorio.
Perfettamente in linea con la produzione della CCRU, Mark Fisher si concentra sullo studio dei limiti del panorama politico contemporaneo, trovando nell’ideologia capitalista uno dei principali ostacoli per una rappresentanza che possa esprimere il reale bisogno dei cittadini. Il suo approccio critico, però, si distacca da quello dei nostalgici del passato - tipico di una fetta della sinistra marxista – e cerca di intravedere nel futuro le possibili soluzioni per rimettere l’essere umano al centro della sua storia. La cultura, in tal senso, è il perfetto campo d’analisi: l’ambito dal quale attingere preziose informazioni sullo stato dell’umanità.