Gli jhāna sono degli stati mentali di profonda calma e stabilità, e si possono raggiungere attraverso la meditazione. La mente diventa leggera, tranquilla. Dobbiamo dunque immaginare gli jhāna come delle isole di calma e serenità all’interno del mare agitato della nostra mente.
Gli jhāna sono otto e si dividono in due gruppi principali: quelli materiali, legati più che altro alle sensazioni del corpo e al respiro, e quelli immateriali, legati invece a esperienze più sottili, più astratte. Attraversare progressivamente questi otto stati significa raggiungere una condizione di pace sempre più profonda. L'autore, durante un ritiro di meditazione durato settimane, riesce a raggiungere tutti gli otto jhāna. Questo gli dà una serenità interiore e un senso di benessere mai sperimentati prima. Quando torna a casa, la sua famiglia e i suoi amici notano subito la trasformazione avvenuta in lui. La ragione sta proprio nel fatto che per molti giorni consecutivi ha esercitato la sua concentrazione. Ed è proprio la concentrazione il fulcro del suo discorso e il tema a cui si dedica Brasington.
In maniera molto semplice si può dire che l’insegnamento del Buddha si può dividere in tre parti: la condotta etica, la concentrazione e la saggezza. In sostanza il Buddha ci invita a adottare comportamenti corretti, a rendere la nostra mente concentrata e a usare questa mente finalmente calma per indagare la realtà. Quest’ultimo passaggio si può fare solo se la mente è sgombra. Concentrata, appunto. E proprio su questo aspetto, l’autore fa un appunto importante. Il Buddha, per indicare una mente tranquilla, usa il termine samadhi, che viene tradotto normalmente con concentrazione. Ma la traduzione, in verità, non tiene conto di alcune sfumature. Il samadhi, infatti, va oltre la semplice focalizzazione dell'attenzione: è proprio uno stato di coscienza modificato. Inoltre quando si parla di concentrazione spesso si pensa a uno sforzo mentale; ma il samadhi non presuppone uno sforzo, anzi. Si tratta invece di uno stato di rilassamento profondo e naturale. Quindi all’interno del libro, per indicare il samadhi si parlerà di concentrazione, ma in realtà bisogno tener conto di queste diverse connotazioni.