Prima di cominciare, una breve premessa: nel corso di quest’analisi del testo Siblings Without Rivalry, quando utilizzeremo il termine “fratelli” faremo riferimento sia a maschi che femmine. In italiano ci sono solo due parole per riferirsi a questo tipo di rapporto, ovvero “fratelli” e ”sorelle”, che in inglese si traducono con “brothers” e “sisters”, ma gli anglosassoni hanno anche una terza parola, cioè “siblings”, che identifica il rapporto a prescindere dal genere. In italiano il maschile prevale e quindi per tradurre “siblings” utilizzeremo il termine “fratelli” per indicare sia il rapporto fra due maschi, che due femmine, che misto.
La rivalità tra fratelli è un tema che tocca una vasta fetta della popolazione mondiale, quindi si tratta di un argomento molto interessante e più che mai attuale. Gli esperti concordano sul fatto che alla base della gelosia tra fratelli ci sia il profondo desiderio di ogni bambino per l’amore esclusivo dei suoi genitori. E in qualità di genitori, noi abbiamo la possibilità di contribuire a intensificare o ridurre questa concorrenza. Ciò può e deve essere fatto sia attraverso il nostro atteggiamento che le nostre parole, entrambi strumenti molto potenti da usare per influenzare positivamente il rapporto fra fratelli.
La relazione tra fratelli è molto potente e può avere un impatto significativo sia sul loro primo periodo di vita, producendo sentimenti intensi (positivi o negativi), sia sul resto della loro vita, perché si tratta di sentimenti che possono persistere nelle relazioni tra fratelli anche da adulti. E se si creano rivalità incontrollate, nel peggiore dei casi ciò può arrivare a demoralizzare i bambini e persino causare danni che i piccoli si porteranno dietro per sempre.
Come genitori, invece di concentrarci sul trasformare i fratelli in amici, dobbiamo concentrarci sul dotarli degli atteggiamenti e delle capacità necessarie per gestire al meglio le loro relazioni. Poniamo ad esempio che stiano gridando. Invece che cercare di porre fine alle urla, dovremmo cercare di aiutarli a passare dalle grida a una discussione più calma e razionale. Invece che focalizzarci su chi aveva ragione o chi aveva torto, dovremmo insegnare come ascoltarsi veramente, come rispettare le differenze tra loro e come appianare le divergenze.
Il primo consiglio pratico che le autrici ci danno per cominciare a lavorare in questa direzione, è quello di “osservare e annotare”. Prima di mettersi al lavoro su una qualunque cosa, infatti, è sempre opportuno possedere il maggior numero di informazioni disponibili e avere un quadro della situazione quanto più ampio possibile. Quindi bisogna anzitutto notare ciò che agita i figli e quali comportamenti dei loro fratelli li fanno innervosire, dopo di che sarebbe bene mettere tutto per iscritto e annotare gli incidenti o le osservazioni più importanti e che ci destano più preoccupazione.