I dati potrebbero non essere accurati al 100%, perché non esistono database al riguardo, ma l’autore ha fatto del suo meglio per raccogliere dati in prima persona. Quindi di conclusioni se ne possono trarre molte, l’importante è non fare l’errore di pensare tutte le correlazioni implichino anche necessariamente causalità. In altre parole, il fatto che due fenomeni si presentino contemporaneamente, o comunque che abbiano una correlazione di qualche tipo tra di loro, non implica sempre che uno sia la causa dell’altro.
Lo scopo del libro è semplicemente quello di sfatare alcuni miti che girano nell’ambiente e portare eventualmente alla luce degli schemi o fattori ricorrenti che possano illuminare la strada per creare aziende che arrivano a valere oltre un miliardo di dollari. E quando nel corso di questa analisi parleremo di aziende, imprese o società, sappi che ci staremo sempre riferendo ad aziende di questa grandezza. Fatte queste doverose premesse, possiamo adesso addentrarci più in profondità nell’argomento, che è diviso in tre macro parti: dati e statistiche riguardo i fondatori; riguardo l’azienda e il mercato di riferimento; e riguardo la raccolta di fondi e investimenti. Partiamo dai fondatori.
C’è un luogo comune secondo cui essere un fondatore solitario sia una strategia perdente. Ebbene, non è necessariamente così. Sebbene essere in team aiuti molto, le statistiche evidenziano che circa un quinto di queste aziende è stato fondato da una singola persona. Questo vale per Jeff Bezos di Amazon, così come per tante altre società quali eBay, Ford, Tumblr, Craigslist, Magic Leap, Spanx e molte altre. Il 35% invece è stato creato da 2 fondatori, il 28% da 3 e il 12% da 4. Per le startup fondate da 5 o più membri, le percentuali scendono sotto il 5%. In sostanza, pare che il numero ottimale sia tra 1 e 3, 4 al massimo, ma in realtà i numeri sono eterogenei, quindi in sostanza il numero di fondatori sembra indifferente.
Anche l’età sembra essere un fattore poco importante. I tipici fondatori hanno un’età compresa fra i 24 e i 45 anni, ma troviamo una buona presenza anche in età più giovane o avanzata. La fascia più comune è quella fra 28 e i 32 anni e la mediana è di 34 anni. Il 50% delle aziende è stato avviato da persone di età compresa tra 24 e 36 anni, ma osservando i dati in un altro modo, si evince che il 50% è stato avviato da persone con più di 35 anni.
Parliamo adesso invece di esperienza. In gergo tecnico, le aziende da oltre un miliardo di dollari si chiamano anche “unicorni”. Ebbene, sappi che puoi avviare un unicorno con una qualsiasi quantità di esperienza lavorativa, ma per le aziende tecnologiche è consigliato avere almeno 10 anni di esperienza lavorativa e per le startup in ambito socio-sanitario questa misura sale a 25 anni. Se invece non prendiamo in considerazione l’esperienza lavorativa in generale, ma l’esperienza nello specifico settore di riferimento della startup, viene a galla una verità abbastanza sorprendente, ovvero che essa non è necessaria. Anzi, sono più frequenti i casi in cui i fondatori non avevano alcuna esperienza nel campo ed erano nuovi del settore.