Aveva guadagnato molti soprannomi Ted Williams, al secolo Theodore Samuel Williams. Lo chiamavano The Kid, Teddy Ballgame, The Splendid Splinter, soprannomi che erano venuti fuori con il tempo grazie alla dimostrazione di un talento tanto insolito quanto incredibile.
Ted Williams, classe 1918, ancora oggi viene considerato uno dei più grandi battitori nella storia del baseball. Sin da bambino aveva manifestato l’interesse di giocare a baseball e da subito era emersa la sua particolare predisposizione al gioco.
Figlio di un soldato e di una donna americana di origine messicana, Williams era cresciuto sotto l’influenza religiosa della madre che faceva parte della comunità di Salvation Army. Era cresciuto a San Diego dove aveva mosso i primi passi con la squadra del liceo che frequentava. Già allora era visto da tutti come la star della squadra, anche se dimostrava di avere un carattere particolare.
Williams non era abituato ad ascoltare il prossimo, eppure era sempre pieno di domande. Raccontava sì storie, barzellette, aneddoti ma con il solo scopo di stare al centro dell’attenzione.
Fisicamente era prestante con i suoi 190 cm di altezza, e aveva anche un tono di voce alto, imponente. La sua presenza dunque non passava inosservata così come il modo di comportarsi tra la gente. Ad accompagnare la notevole presenza fisica infatti ci si metteva un tipo di linguaggio fin troppo diretto, spigliato, e talvolta persino scurrile.
Ted Williams era considerato da un lato un vero artista, geniale e particolarmente dotato, ma dall’altro non mancava mai di mostrarsi prepotente. Ciò che desiderava, pretendeva. Ciò che desiderava inoltre doveva ottenerlo, e subito.
In ogni conversazione doveva essere lui a dare la direzione al discorso. Raccontava aneddoti per guadagnarsi l’attenzione e finiva per adattare la storia alla persona che aveva davanti, con lui nessuna storia aveva mai lo stesso finale. Williams giocava sempre, nella vita come sul campo.
Il suo carattere esuberante lo portò ad esporsi anche nella vita privata. Ebbe quattro mogli ma con nessuna di loro andò mai veramente d’accordo proprio perché voleva essere al centro di tutto e pretendeva una libertà di movimento che teneva conto solo delle sue esigenze.
Ha sempre vissuto in uno stato di perenne inquietudine che lo rendeva magnifico in campo, ma insopportabile, e ingestibile, nella vita privata.
La prima moglie, Doris Soule, dalla quale ebbe una bambina, l’aveva sposata per amore nel 1944 ma l’unione durò non più di 10 anni e divorziarono nel 1954. La seconda moglie, Lee Howard, era una modella e attrice. Da lei ebbe due figli, la sposò sempre per amore nel 1961 ma il loro amore finì nel 1967. Sposò allora un’altra modella di nome Dolores Wettach, la sua terza moglie, era il 1968. Dopo due figli, arrivò presto il divorzio, nel 1972. All’età di 55 anni, Williams aveva già avuto tre matrimoni fallimentari e 5 figli da madri diverse.
Alla fine, sentendosi ancora giovane, Williams ripiegò su un altro amore, Louise Kaufman, con la quale rimase per vent'anni fino alla morte di lei, avvenuta nel 1993. Lei vinse la gara del tempo, riuscì a stargli accanto nel modo giusto, o meglio alla giusta distanza. Occupandosi di lui, delle sue esigenze - gli faceva trovare panni puliti, cibi pronti, bevande calde e facendo attenzione ad essere presente nel momento del bisogno. Louise non pretese mai altro da ciò che lui poteva offrire e questo garantì loro un matrimonio duraturo.