Questo, infatti, vale molto di più che avere sempre la risposta pronta. Eppure, molti manager si sentono in dovere di intervenire su ogni questione. Il risultato? Giornate piene, decisioni rapide ma poco condivise, e un team che aspetta sempre un via libera prima di agire. Gli autori partono proprio da questo problema, e dalla necessità di cambiare approccio. Perché essere un buon leader significa saper fare domande che stimolano pensiero e autonomia nel team.
Il cuore del metodo STAR® è racchiuso proprio in questo cambio di prospettiva che implica fermarsi prima di dare indicazioni, ascoltare con attenzione, e solo dopo porre la domanda giusta. All’inizio può sembrare un approccio lento, ma nel tempo diventa la chiave per ridurre il carico e migliorare la qualità del lavoro. Chi guida un team smette infatti di risolvere ogni cosa per tutti, e inizia a far crescere le persone in modo autonomo.
Molti manager, però, anche se formati sul coaching, faticano a usare queste competenze nella pratica. Il motivo? Mancano strumenti semplici, applicabili nel flusso quotidiano. Il modello STAR® rende il coaching una parte naturale delle conversazioni. Non richiede ore di preparazione o sessioni strutturate. Funziona tra un'email e una riunione, quando c’è da chiarire un punto o affrontare un problema. E proprio per questo, è efficace.
Questo approccio funziona anche quando ci si trova sotto pressione. Proprio dove sembra impossibile fermarsi a riflettere, il metodo dimostra il suo valore. Una domanda ben posta può sbloccare l'impasse, evitare un errore, o far emergere un’idea nuova. È una forma di leadership che non si impone, ma crea condizioni favorevoli perché le persone diano il meglio.