In principio furono i quotidiani: durante i primi decenni dell'Ottocento, i giornali erano un lusso che pochi potevano permettersi, e infatti avevano come target per lo più uomini d'affari e imprenditori. Tuttavia, è proprio da qui che ha inizio il fenomeno dei mercanti d'attenzione: il primo della storia fu un giornalista americano chiamato Benjamin Day che, stufo di essere pagato poco e male, decise di aprire un giornale in proprio. Il concetto, tuttavia, non ricalcava quello dei suoi ben più solidi competitor sul mercato, ma era volto al puro e semplice accumulo di denaro: Day ebbe l'intuizione che aumentando il bacino di lettori del suo giornale grazie a un prezzo abbordabile per tutti e notizie interessanti anche per la gente normale avrebbe potuto vendere spazi pubblicitari, guadagnando principalmente da questi ultimi. Insomma, avrebbe potuto diventare ricco vendendo l'attenzione di un vasto pubblico. Per fare ciò iniziò a distribuire il suo giornale a un prezzo decisamente inferiore rispetto a quello di produzione, e a coprire notizie di cronaca nera e sentimentale. Dopo i primi mesi di avviamento, il suo modello iniziò a funzionare, portando i primi risultati economici. Nel 1834, appena un anno dopo il lancio, il New York Sun era il giornale più letto in città e poteva contare su cinquemila lettori al giorno.
Dato il successo del New York Sun, non passò molto prima che altri imprenditori iniziassero a copiare il modello di Day, e in breve si innescò una vera e propria guerra per il controllo dell'attenzione dei lettori dei quotidiani. Oltre alla nascita dei primi mercanti di attenzione questa operazione comportò due ulteriori sviluppi: la prima è che grazie all'accesso di massa alle notizie si creò un fenomeno nuovo, ossia l'opinione pubblica; l'altra è che per attrarre l'attenzione di tutte le fasce sociali, le notizie iniziarono a essere sempre più scandalistiche e di bassa qualità, arrivando addirittura a mentire di sana pianta, creando il fenomeno ancora purtroppo attuale delle fake news. Una delle prime risale infatti proprio all'epoca, quando sul New York Sun venne pubblicato un articolo che annunciava la scoperta della vita sulla luna, abitata secondo il giornale da unicorni e uomini pipistrello volanti.
Qualche decennio dopo i primi mercanti di attenzione americani, le opportunità di sfruttamento dell'attenzione di massa sbarcarono anche in Europa: durante la seconda metà dell'Ottocento sui muri di Parigi iniziarono ad apparire i primi poster pubblicitari. Nonostante esistessero già da tempo, questa nuova ondata di manifesti inventata dall'artista Jules Chéret faceva parte di una categoria completamente diversa: coloratissimi, con disegni accattivanti e messaggi promozionali, i poster di Chéret erano talmente affascinanti da valergli la Legione d'Onore. Tuttavia, come già visto per i quotidiani, anche il modello vincente dei poster ben presto venne copiato e moltiplicato, sino a portare gli abitanti di Parigi a richiedere leggi per la limitazione delle pubblicità in strada.
Questa ondata di indignazione finale per i poster parigini è una fase comune nel ciclo di vita dei mercanti di attenzione: un nuovo mezzo fa la comparsa sul mercato e si pone in equilibrio tra utilità per il pubblico e messaggio promozionale, ma ben presto il lato pubblicitario inizia ad avere il sopravvento su quello utile; a questo punto il pubblico inizia a stancarsi e dopo qualche tempo, infastidito e arrabbiato, si rivolta, cambiando le carte in tavola per i mercanti di attenzione. Questo è un ciclo che si ripete a periodi alterni e che colpisce i media quando si spingono inevitabilmente troppo oltre: la massa, sfruttata senza remore sino allo stremo, si ribella e si riprende il proprio diritto all'attenzione.
Dopo i primi tentativi nel controllo dell'attenzione di quotidiani e poster, e nonostante la rivolta contro questi ultimi, gli imprenditori si resero conto del potere immenso legato all'accesso alle masse di individui per spiccare sul mercato. Ben presto venne inventata la pubblicità nel senso in cui la conosciamo oggi e nacquero figure apposite, i copywriter, per descrivere in maniera accattivante i valori e le caratteristiche dei prodotti proposti. Il primo mercato legato al successo delle tecniche pubblicitarie fu quello dei brevetti medici che, per loro natura, permettevano di fare leva su uno dei capisaldi dell'advertising: la promessa di rendere realtà i desideri del pubblico. A questi si aggiunsero l'industria del tabacco e tutti quei mercati che potevano contare sul pubblico femminile. Anche in questo caso non passò molto prima che l'interesse forzasse la mano dei mercanti di attenzione i quali, con l'aiuto dei creativi della parola, iniziarono a vantare ingredienti segreti ed effetti miracolosi che ben poco avevano di vero, innescando dopo poco un nuovo rifiuto e perdita di fiducia da parte del loro pubblico. Il caso più famoso è probabilmente quello delle sigarette Lucky Strike, promosse con il benestare dei medici come prodotti che aiutano a proteggere la gola e per la dieta femminile.