In una sua ricerca, l’autrice ha scoperto che gli americani sono molto meno creativi oggi rispetto a 25 anni fa, e tale declino non accenna a fermarsi. L’aspetto più disturbante della ricerca sta nel fatto che il declino più ampio si nota nei bambini che, al contrario, dovrebbero poter sviluppare le proprie capacità e attitudini creative. La creatività, infatti, è una dote essenziale per creare lavori altamente qualificati e scoperte tecnologiche che possano portare il Paese al successo; senza, si farà fatica ad adattarsi ai continui cambiamenti di un mondo in costante evoluzione.
Le cause di questo declino della creatività sono molteplici. Prima di tutto, c’è un problema di insicurezza economica: quando la stabilità finanziaria è sempre più difficile da ottenere, i genitori spingono i propri figli a studiare per fare carriera, dando quindi meno importanza a potenziale creativo, immaginazione e originalità. Anche i fondi pubblici e privati per la ricerca e lo sviluppo sono diminuiti molto negli ultimi decenni. Inoltre, gli Stati Uniti cercano ancora oggi di standardizzare gli esami scolastici nel tentativo di ottenere una migliore istruzione per tutti; ma il risultato è appunto un’eccessiva standardizzazione, un eccessivo controllo che penalizza l’espressione creativa dei giovani.
Questo quadro trova una soluzione nella nostra capacità di insegnare la creatività alle generazioni future. Non è un compito difficile in sé, ma richiede che si faccia pulizia dalla molta disinformazione che esiste: se i giovani crescono con la convinzione che la creatività appartenga solo ai geni e agli artisti, difficilmente riusciranno a esplorare il loro potenziale creativo. Per questo, è fondamentale trattare la creatività con un approccio il più scientifico possibile.
Ma prima di tutto, cos’è la creatività? È la capacità di fare qualcosa che sia unico e utile. È un processo che porta all’innovazione e, in quanto tale, può esistere in tutti i campi: dall’arte alle scienze, dalla matematica alla medicina, dal business all’ingegneria, dalla genitorialità allo sport. L’innovazione è dunque un concetto unico e utile che deriva da un processo creativo; può essere tangibile – come un nuovo smartphone o un dipinto – oppure intangibile – come la teoria della relatività; l’importante è che, in ogni caso, l’idea sia utile alle persone e/o alla società, altrimenti non può essere considerata un’innovazione.
Per capire la natura della creatività e per poterla così insegnare in modo più efficace, l’autrice propone tre passi pratici per l’innovazione: coltivare Climi creativi, alimentare Attitudini creative e sviluppare abilità di Pensiero creativo.
Il Clima è la parte più critica del processo creativo, ma anche quella che genitori e insegnanti possono più facilmente controllare. Il Clima è l’ambiente che, nel suo complesso, influenza il modo in cui un individuo pensa e si comporta, ed è quindi in grado di incoraggiare o scoraggiare anche lo sviluppo del suo potenziale creativo. Tutti gli esseri umani hanno un potenziale creativo e la creatività è sempre un dono; ma essa può diventare una maledizione, oppure può essere totalmente inutilizzata, se l’individuo cresce in un Clima che non promuove la creatività. Il Clima è a sua volta composto da Terreno (ciò in cui la creatività mette radici), Sole (ciò che ispira e incoraggia le persone), Tempesta (che fornisce sfide all’individuo) e Spazio (dove un individuo può coltivare la propria unicità).
Una volta completato il primo passo, ovvero stabilire il Clima adeguato affinché la creatività possa prosperare, il passo successivo è quello di prendere in considerazione le Attitudini, ovvero il modo in cui si reagisce al Clima. Tutti hanno la possibilità di entrare in contatto con persone, culture, opinioni, strumenti, ma la persona deve avere la curiosità e l’interesse nei loro confronti affinché ne possa trarre beneficio. Due persone nello stesso ambiente possono avere risultati molto diversi in base alle loro attitudini.
Tutte le Attitudini contribuiscono infine a compiere il terzo passo: sviluppare le abilità di Pensiero creativo, che l’autrice suddivide in Inbox, Outbox e Newbox.