Una metafora suggestiva e nello stesso tempo chiara: il faro è il modo perfetto per descrivere l’impatto positivo che alcune persone riescono ad avere sul mondo che le circonda, aiutando gli altri senza chiedere nulla in cambio. Il faro non giudica, non discute i motivi per i quali il navigatore sia finito in una situazione di pericolo, non si occupa delle sue condizioni sociali o economiche. Il faro ha una sola missione: proteggere il viaggiatore e condurlo al sicuro. Diventare dei fari e avere un impatto positivo sul mondo non richiede l’essere ricchi o potenti, poiché rappresentare un motivo di ispirazione e di speranza è possibile per tutti, se soltanto lo si vuole, come dimostrano le storie di moltissimi “eroi di tutti i giorni”.
Come quelli costruiti sul mare, i “fari umani” hanno come prime caratteristiche l’umiltà e la costanza: incrollabili in ogni condizione, illuminano il percorso verso la sicurezza mentre invitano a una migliore comprensione di noi stessi. Non si tratta di idealisti ingenui “fuori dal mondo”, ma di persone che hanno saputo trovare senso e significato nelle avversità che hanno incontrato, persone che sono disposte a usare la loro forza per aiutare gli altri a superare quelle stesse avversità. Il loro impatto positivo non viene dal potere e dalla ricchezza, ma al contrario dai pericoli e dalle sfide che hanno dovuto affrontare e dalla convinzione che gli altri possano trarre vantaggio dalla loro esperienza.
Chiunque di noi può verificare la potenza dell’effetto faro: basta guardare con onestà al proprio vissuto per rendersi conto che la nostra vita ha subìto (e subisce) continui cambiamenti, a volte radicali, in base alle interazioni sociali. La gran parte delle nostre esperienze significative è il frutto delle connessioni con le vite degli altri, connessioni che possono essere opportunità di ricevere, ma anche di dare aiuto e supporto. Tutti abbiamo la capacità di essere un faro, l'unico talento necessario è sapersi aprire al mondo con sincerità, dare e ottenere fiducia.